Guidonia – Investe e scappa, preso il pirata di Campolimpido

Aveva portato a lavare la macchina per cancellare i segni dell’incidente, ma un testimone che ha preso la targa e un fanalino rotto lo hanno incastrato. Qualche minuto prima aveva travolto e ucciso una donna di origine romena che stava percorrendo via di Campolimpido ed è fuggito via. E’ finito in manette il tiburtino Davide Giosuè, incensurato di 44 anni. Lunedì 7 marzo era alla guida della Fiat Punto che ha investito Maricica Bunduc, 41enne romena. Erano circa le 13 e 10 in via di Campolimpido, quando è successa la tragedia. Sul posto per i rilievi e le indagini, la Polizia Stradale di Tivoli diretta dal sostituto commissario Raffaele Alessandrini in collaborazione con la Polizia di Stato di Tivoli coordinata dal nuovo dirigente Giancarlo Sant’Elia. Secondo una prima versione dei fatti, Maricica Bunduc stava percorrendo a piedi via di Campolimpido in direzione Tivoli, verso le case popolari, ai bordi della carreggiata destra. Partendo dalla via Maremmana Inferiore, nella stessa direzione, è arrivato Davide Giosuè a bordo della Fiat Punto grigia metallizzata.
Entrambi stavano rincasando dal lavoro. Lui a Tivoli centro, lei poco distante in via Casal Bellini, dove vive con il marito e la figlia.
Per cause ancora da accertare, all’altezza del numero civico 35, il 44enne tiburtino ha urtato la donna che è finita contro il parabbrezza ed è stata sbalzata addosso a un palo della luce e alla recinzione che delimita un terreno. L’impatto è stato tremendo. Il corpo di Maricica Bunduc si è girato e ha battuto la testa contro il traliccio successivo.
Momenti di panico. Secondo una testimonianza raccolta dagli agenti di Polizia, l’automobilista tiburtino avrebbe dapprima accostato. Si è avvicinato come un curioso, chiedendo anche lui cosa fosse successo agli altri, poi è fuggito via. Il corpo esanime della donna romena era lì ai bordi della strada. Un altro automobilista però è riuscito a prendere alcuni numeri della targa e il modello della Fiat Punto grigio metallizzata.  Così gli agenti sono risaliti al pirata che hanno prelevato nella sua abitazione di Tivoli centro. «Ho avuto paura, sono scappato» si è giustificato.
Alla vista della Polizia l’operaio tiburtino ha provato a giustificarsi, ma piano piano le sue difese sono crollate. Soprattutto quando ha mostrato la sua vettura: la stessa descritta dal testimone. Prima di tornare a casa l’aveva portata a lavare in un autolavaggio di via Tiburtina. A incastrare Giosuè il faro anteriore destro rotto. Gli agenti avevano raccolto un frammento di vetro rimasto sull’asfalto che combaciava perfettamente con il pezzo rotto. Ad aggravare la sua posizione, l’esito del test alcolemico. Il primo risultato ha dato il valore di 1,20 grammi per litro di sangue, oltre il doppio rispetto ai limiti di legge. Secondo le prime indagini, l’operaio era stato già denunciato per guida in stato di ebbrezza nel 2002.

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