Rosmini, solo botte e niente occupazione I soldi dei militanti “neri” ai terremotati

Mercoledì 20 giugno si è chiuso con diciannove assoluzioni e due condanne il processo di primo grado a carico degli (ex) giovani della Comunità militante tiburtina che il 22 gennaio 2005 presero possesso dei locali abbandonati dell’edificio di viale Mannelli.
Il collegio presieduto da Mario Frigenti e composto da Lorenzo Antonio Bucca e Claudio Politi ha riconosciuto colpevoli soltanto Martin Avaro, 32 anni, ex leader di Forza Nuova a Tivoli, e il 47enne romano Antonio Lucarelli condannandoli a 9 mesi per l’occupazione, la resistenza, le percosse e le lesioni inferte ai carabinieri Giovanni D’Alessandro e Francesco Matera rimasti feriti negli scontri, medicati e dimessi dal pronto soccorso di Tivoli con prognosi di 10 e 8 giorni.
Scagionati per non aver commesso il fatto Valerio Febbo, 34 anni, ex responsabile della Comunità Militante Tiburtina e attuale presidente del Circolo Janus, il fratello Emanuele, di 30, e Daniele Ceci, di 36. E ancora: assolti Emiliano Bigi, 29 anni di Tivoli Terme, Andrea Bernardini, 30 di Tivoli centro, Daniele Faccenna, 33, di Casal Bellini, Giordano Bonamoneta, 26, del quartiere Empolitano, Simone Vincenzo Badiglio, 26 anni di Villalba, Adriano Tozzi, 29, di Marano Equo, Adriano Faeti, 32, di Guidonia, Luigi Ricci, 26, di Castel Madama, oltre ai romani Marco Di Dio, 32 anni, i 26enni Daniele Pinti e Andrea Attilia, Federico Conciatori, 29, Antonio Lucarelli, 47 anni, Antony Lavigna, 31 anni di Formia, e Alessandro Lido, 35, di Ardea.
Erano tutti accusati di invasione e occupazione in concorso dell’immobile di proprietà comunale, del danneggiamento di alcune porte interne e della porta principale, di aver opposto resistenza premendo sul cancello mentre carabinieri e polizia lo aprivano per accedere e di aver sferrare colpi anche con bastoni contro le forze dell’ordine, con l’aggravante di aver commesso il fatto in più di 10 persone riunite e con armi.
Al termine della sua requisitoria, il pubblico ministero Lelia Di Domenico aveva chiesto per i 19 ex militanti la condanna a un anno di reclusione senza pena sospesa, proponendo per Avaro e Lucarelli una pena di 18 mesi, negando anche per loro gli stessi benefici. Il collegio giudicante ha invece accolto la tesi difensiva degli avvocati Stefano Fiore, Domenico Di Tullio e Giorgio Giarè ritenendo i 19 estranei ai fatti.
Davanti ai giudici Frigenti, Bucca e Politi è caduta anche un’altra contestazione mossa dalla Procura a Martin Avaro, accusato in concorso con Marco Di Dio di aver portato fuori dalle proprie abitazioni senza giustificato motivo i bastoni per picchiare le forze dell’ordine intervenute a sgomberare gli occupanti.
Per i reati “accollati” ad Avaro e Lucarelli i giudici hanno riconosciuto il beneficio della pena sospesa, condannandoli a risarcire i danni materiali, morali e le spese legali alle parti civili da liquidarsi in separata sede. Soldi che i marescialli Giovanni D’Alessandro e Francesco Matera devolveranno ai terremotati dell’Emilia.

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