Guidonia – Raggira Polizia e Comune per rubare l’identità della sorella. Preso insieme alla complice

raggira-sorellaLa parte più difficile del “lavoro” era riuscita alla perfezione. Lei aveva denunciato di aver smarrito la carta d’identità in commissariato, lui aveva testimoniato che si trattava proprio della sorella in persona. 

A quel punto, ottenere i documenti all’Ufficio Anagrafe è stato un gioco da ragazzi, un gioco interrotto in tempo dagli agenti dell’Ufficio di Polizia di Villalba prima ancora che con quell’identità rubata potessero fare ulteriori “danni”.
Così venerdì 8 febbraio gli uomini diretti dal vice questore aggiunto Alfredo Luzi hanno smascherato e denunciato a vario titolo per sostituzione di persona, falsità materiale in certificati amministrativi e falsità ideologica in atto pubblico commessa da privato Sonia V., 40 anni di Villanova, e Ferruccio S., 44, di Villalba.
La coppia è stata identificata al termine di un’indagine iniziata mercoledì 30 gennaio in seguito alla segnalazione fatta agli inquirenti dal personale dell’Ufficio Anagrafe comunale centrale di piazza Giacomo Matteotti.
Quella mattina, infatti, Sonia V., romana d’origine, classe 1972, ufficialmente residente a Villanova, si era presentata allo sportello per richiedere lo stato di famiglia e il certificato di residenza. Il suo volto, però, gli impiegati lo conoscevano già, visto che solo il pomeriggio del giorno prima – era martedì 29 gennaio – la donna era entrata in ufficio accompagnata da un uomo per rifare la carta d’identità.
Se non fosse che in quel caso aveva autocertificato di chiamarsi Lina Colantoni, di essere nata a Tivoli ad aprile del 1976, di essere residente a via Trento a Villalba: insomma, la stessa storia raccontata il giorno prima ancora – erano le ore 13 circa del 28 gennaio – agli agenti dell’Ufficio di Polizia di viale Kennedy, dove aveva denunciato lo smarrimento della carta d’identità.
Insospettiti, gli impiegati dell’Anagrafe di Guidonia hanno contattato i colleghi della delegazione di Villalba e quelli di Villanova, confrontando le copie dei cartellini delle rispettive carte d’identità della vera Lina e della sua alias. “Tana”.
A quel punto, gli uomini di Luzi hanno acquisito il cartellino della carta d’identità rilasciata il 29 gennaio, inviandola all’Ufficio Sice della Questura.
Nel frattempo, gli inquirenti si sono presentati alla delegazione di Villalba, dove un impiegato che conosce personalmente la vera Lina Colantoni, confrontando i dati anagrafici, la fotografia e la firma apposta sul cartellino, ha constatato che si trattava di una vera e propria sostituzione di persona.
Luogo e giorno di nascita erano esatti, ma la fotografia e la firma erano diverse da quelle del documento rilasciato nel 2007 alla vera Lina. Così come i tratti somatici, le capigliature e i segni particolari: l’effettiva titolare ha infatti una cicatrice sul volto dovuta ad una ustione, mentre la “sedicente” no.
Ai poliziotti è bastato convocare in commissariato la vera Lina per avere conferma che lei il 28 gennaio non si era nemmeno avvicinata agli uffici di viale Kennedy per sporgere denuncia di smarrimento e che le firme sulla denuncia e sulla carta d’identità non erano le sue.
La vittima ha riferito pure che la donna che si era spacciata per lei, la conosceva fin dall’infanzia, che viveva a Villanova e che è una conoscenza del fratello, quel Ferruccio S. presente in commissariato il 28 gennaio per testimoniare la falsa identità di Sonia V.
Che ci avrebbe fatto la coppia con quel documento falso? Sicuramente non opere di bene, ritengono gli investigatori, visti i precedenti penali dell’uomo.
Quasi sicuramente “acquisti” che sarebbero “ricaduti” economicamente sulla vera Lina Colantoni.

Marcello Santarelli

 

Uno choc vedere i miei dati e la foto di un’altra”

“Quando la Polizia mi ha convocata, la prima cosa alla quale ho pensato è stata una contravvenzione”.
Lina Colantoni con truffe e imbrogli non ha mai avuto a che fare in vita sua, per questo nel momento in cui ha scoperto il raggiro le è crollato il mondo addosso. Tanto più che sarebbe stato ordito dal fratello maggiore.
“Quella donna – racconta la 37enne di Villalba, un marito e due figli – la conosco da quando eravamo bambine, ma non l’ho più rivista da allora e non ho nulla a che fare con lei. So che conosce mio fratello, ma non potevo certo immaginare che mi facessero tutto questo”.
Bionda, occhi chiari, un metro e settanta di altezza, un cicatrice sulla guancia destra, la vera Lina. Tutta l’opposto della falsa Lina, mora, occhi scuri e molto più bassa. “Ho dovuto fornire patente e passaporto alla Polizia per dimostrare che io ero me – spiega la Colantoni – La carta d’identità mi è scaduta e non l’ho rinnovata perché non mi serve. Io non capisco come possa accadere che una persona assume l’identità di un’altra con tanta semplicità, è assurdo: significa che noi cittadini non siamo tutelati”.
“Questa storia è stata un choc – conclude Lina Colantoni – vedere la firma e la foto di un’altra donna su un documento intestato a me, mi ha fatto sentire rubata dell’identità”

 

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