Sesso a pagamento con la prostituta Dopo il “servizietto” sulla Tiburtina punta la pistola alla gola

notturna di Carmine Meucci, 40 anni, pluripregiudicato residente a Borgonovo e domiciliato nelle campagne di Montecelio, è finita a Rebibbia grazie al pronto intervento dei carabinieri.
L’uomo deve rispondere, oltre che di rapina aggravata, anche di ricettazione e detenzione illegale di armi e munizioni per essere stato trovato in possesso di una pistola risultata rubata tre anni fa a Villa Adriana e caricata con sei pallottole.
Secondo la ricostruzione dei militari della compagnia di Tivoli diretta dal capitano Emanuela Rocca, verso l’una della notte tra sabato 9 e domenica 10 marzo Carmine Meucci è arrivato nell’area di servizio Ip al chilometro 20,900 della via Tiburtina, al Bivio di Guidonia, dove ogni sera si prostituisce una ragazza romena di 24 anni.
Una volta concordata la prestazione e il prezzo, il pregiudicato si è appartato con la donna pagando regolarmente i 25 euro pattuiti. Sembrava finita lì e invece era soltanto l’inizio del piano architettato da Meucci, tant’è che quando la 24enne lo ha salutato con un “ciao” l’uomo le ha chiesto di aspettare un attimo. “Hai  un fazzoletto?”, le ha domandato.
Così, mentre la prostituta apriva la borsa, il 40enne ha estratto una pistola piantandole la canna sotto al collo. “Dammi tutti i soldi, sennò ti ammazzo”, l’ha minacciata Meucci. “Non farmi del male, ho un bambino”, ha replicato terrorizzata, consegnadole 200 euro.
Ma una volta arraffato il bottino, il pregiudicato ha anche preteso che la vittima spegnesse il cellulare e glielo consegnasse. “Se chiami qualcuno, ti sparo in testa”, ha aggiunto Meucci, estraendo il caricatore della pistola e mostrandole i colpi contenuti per convincerla che lui non scherzava. A quel punto, si è dato alla fuga di corsa e ha abbandonato il telefonino a poche centinaia di metri dal luogo della rapina.
Nel frattempo, sulla via Tiburtina transitava una pattuglia del Nucleo Radiomobile della Compagnia di Tivoli. Pare che i militari abbiano notato Meucci allontanarsi a gambe levate in direzione Bagni senza dargli peso.
Qualche centinaia di metri più avanti, però, si sono trovati al centro della strada la 24enne in lacrime che chiedeva aiuto.
La vittima ha spiegato ai militari l’accaduto, fornendo una descrizione dettagliata del bandito solitario e la pattuglia ha iniziato una vera e propria caccia all’uomo per le strade adiacenti.
Il 40enne è stato rintracciato poco dopo all’angolo tra viale Roma e via Alessandro Manzoni, ai Lotti Antonelli. Se non fosse che l’alt intimato a Carmine Meucci non deve aver fatto granché effetto, se ha risposto estraendo la pistola e puntandola contro i due carabinieri. L’alta professionalità degli operanti ha permesso di disarmarlo senza che nessuno potesse farsi male.
Tuttavia le “sorprese” della nottata non erano finite. Dagli accertamenti effettuati gli inquirenti hanno scoperto che la pistola trovata in possesso del pregiudicato e con la quale aveva appena messo a segno la rapina, era una “Luger P08” calibro 9, rubata il 28 giugno 2010 in via San Salvatore a Villa Adriana a casa di una anziana collezionista di armi da guerra.
Si tratta di una pistola fabbricata nel 1916, utilizzata dall’esercito tedesco sia nella prima che nella seconda guerra mondiale, assolutamente funzionante e caricata con 6 proiettili calibro 9 “parabellum”.

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