Pugilato – Michele Orlando torna sul ring a 40 anni

Sabato 6 aprile al Palatenda di via Palmiro Togliatti a Roma. Il “siciliano” residente a Guidonia Montecelio, di professione autista, ha battuto alla sesta ripresa ai punti il colombiano Jorge Ortiz, di 43 anni, nella categoria Mediomassimi in un match combattuto sino all’ultimo gong.
Il ritorno sul ring, dopo quasi sei anni di inattività da parte di Orlando, è stato emozionante e al tempo stesso romantico. Michele ha mostrato in pieno cosa vogliono dire tutti quegli anni di lontananza dal ring, presentando la “classica pancetta” della tranquillità quotidiana con i suoi 82 chili.
“Avevo già combattuto contro Ortiz quattordici anni fa a Piove di Sacco nella categoria pesi Welter – ricorda Orlando – E già all’epoca la mia potenza ebbe il sopravvento,  alla prima ripresa per ko”.
Ortiz questa volta con il suo grande mestiere ha ammortizzato i colpi dell’avversario svicolando con abilità dalle situazioni più pericolose. Ma pian piano l’ambidestro Michele, sollecitato da numerosi fans e colleghi di lavoro, ha acquistato sicurezza e scioltezza, vincendo senza discussioni su quello che è apparso un buon sparring. Certo i colpi potenti di Michele hanno messo in seria difficoltà Ortiz, ma poche volte i suoi piedi si sono staccati da terra. Praticamente boxando quasi da fermo il pugile di Setteville ha vinto facilmente l’incontro con la sua qualità tecnica.
“Ho comandato il match dall’inizio e all’attacco, senza lasciare spunto al mio avversario, costringendolo ad andare alle corde”, commenta Orlando. Così la furia siciliana è tornata e non ha intenzione di smettere. “Sono sveglio di testa e il mio fisico mi sostiene – sottolinea – Non penso di smettere proprio adesso che ho ricominciato e rivincendo. Posso dare ancora tanto al pugilato, rilanciando, perché no, anche il prestigio della mia città, Guidonia Montecelio, dove vivo da vent’anni”.
Un amore quasi viscerale per la città dell’Aria, non a caso sabato sera ha combattuto col logo del Comune impresso sui pantaloncini neri e sull’accappatoio rosso. Un amore grande quasi come quello che lo lega a Setteville dove venti anni fa ha messo le radici, dopo aver conosciuto e poi sposato una ragazza del quartiere, Francesca, la mamma dei suoi due figli: una bimba di 4 anni ed un maschietto di 16 mesi. E proprio in questi ultimi anni di inattività Michele ha messo su famiglia, dividendosi anche col precedente lavoro in pizzeria, attività che gestiva proprio a Setteville, ma che è stato costretto a vendere per via della crisi che ha colpito diversi esercizi della zona.
“Ero deluso dalla boxe, così ho lasciato il professionismo dedicandomi ad altro. L’ambiente mi ha trattato male per troppo tempo, mi sono stati scippati diversi match, ingiustamente. Altri pugili noti, come l’americano Zab Judah, si sono rifiutati di incontrarmi nel Mondiale, era il 2005. Ora però non mi fermo più e lo voglio fare nella città che amo, la mia Guidonia, magari a maggio proprio in un match organizzato dal Comune nella palestra comunale a Setteville”.
L’ultimo incontro di pugilato nella “Città dell’aria” risale al 2001 sul palco allestito a piazza Barbieri, davanti a 6mila persone. Da allora Michele ha collezionato nel pugilato professionistico 47 match, di cui 40 vinti (20 per kappao), due pari e sole cinque sconfitte. In lui credono lo storico manager Enrico Romanella e l’allenatore Cesare Rossi che due mesi fa gli fissarono l’incontro di sabato scorso, davanti al quale Michele non si è tirato indietro, anzi ne era entusiasta. Nel frattempo Michele si concentra allenando giovani promesse del pugilato in una palestra a Marco Simone.

Gino Ferretta

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