Disfunzione dell’Articolazione temporo mandibolare: cause, sintomi e rimedi

Le disfunzioni dell’Articolazione Temporo Mandibolare (ATM) sono tra le patologie che più spesso la dottoressa Elisa Macchiarulo riscontra nel paziente in prima visita. “Eppure se ne parla pochissimo e spesso neppure si è coscienti di essere affetti da questa patolgia”, fa notare la nostra specialista di fiducia che sottolinea come il paziente spesso convive sopportando il fastidio e senza attribuirgli il giusto peso. Ma se non diagnosticati e curati in tempo questo tipo di problemi possono generare patologie a volte croniche.  

 

Dott.ssa Macchiarulo, cos’è l’articolazione temporo mandibolare e quando si può parlare di disfunzione?

“L’articolazione temporo-mandibolare (ATM) è l’articolazione che unisce la mandibola (l’osso che sostiene i denti dell’arcata inferiore) con il cranio. L’articolazione è molto simile a quella del ginocchio: due capi articolari ed un “cuscinetto” che li separa e che prende il nome di menisco. Solo che nel caso dell’ATM le articolazioni sono due (destra e sinistra) e devono funzionare simultaneamente ed in maniera armonica e coordinata.

Si parla di disfunzione quando una o entrambi le articolazioni tra mandibola e cranio non funzionano più come dovrebbero, ossia secondo la norma fisiologica. Questo può accadere per svariati motivi, la situazione più frequente è quella in cui il menisco assume una posizione scorretta durante i movimenti di apertura e chiusura della mandibola e quindi della bocca”.

 

Quali sono i sintomi più frequenti di questo tipo di patologie?

“Rumori tipo “click” durante i movimenti di apertura e chiusura della bocca; blocco a bocca “chiusa” o blocco a bocca “aperta”, dolore forte durante i movimenti di apertura e chiusura della stessa. Inoltre, essendo cranio e mandibola immersi in una massa di muscoli, è ovvio che se c’è un problema a carico dell’articolazione che unisce le due ossa i muscoli ne risentano contraendosi in maniera patologica (spesso nel tentativo di compensare lo squilibrio dell’ATM) causando dolore al paziente caratterizzato da cefalea, algie facciali, tensioni, ecc. 

Sintomi più rari, ma che possono essere correlati alla disfunzione dell’ATM sono  riduzione dell’udito, dolori irradiati all’orecchio, agli zigomi, fischi o ronzii all’orecchio, capogiri, vertigini,fastidio o dolore alla deglutizione”.

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Parliamo, invece, delle cause più frequenti di una disfunzione delle A.T.M.

“Gli agenti che provocano una disfunzione dell’ATM possono essere moltissimi, ma secondo la mia esperienza la causa più frequente in genere è l’unione di due fattori: malocclusione e bruxismo. Per malocclusione si intende un incastro sbagliato tra i denti che può essere dovuto ad un malposizionamento degli stessi (es. affollamento, morso inverso, ecc.) oppure molto raramente anche ad un incongruo operato del dentista (es. otturazioni troppo alte, capsule inadeguate, ecc). Per bruxismo intendo generalizzare una situazione di natura psicologica che porta il paziente a scaricare gli stress digrignando i denti, spesso anche rumorosamente, o serrandoli soprattutto di notte. L’unione di questi due fattori è determinante e, data l’importanza del fattore “stress”, spiega a mio parere l’aumentata incidenza di questa patologia soprattutto negli ultimi anni”.

 

Quale età e quale sesso risultano più coinvolti?

“Tutte le età possono essere interessate da una Disfunzione A.T.M., compresa quella infantile e adolescenziale.
L’età media (30-50) è quella statisticamente più coinvolta, così come lo è il sesso femminile più di quello maschile, con un rapporto di circa 2 a 1. Molte motivazioni cliniche giustificano questa preferenza nei confronti del sesso femminile come ad esempio la “lassità articolare geneticamente correlata” che rappresenta la motivazione più eclatante”.

 

Una disfunzione A.T.M é sempre curabile?

“Diciamo si, anche se il metodo (non chirurgico o chirurgico), i mezzi ed i tempi operativi e di prognosi cambiano in funzione del grado di patologia. 
In conclusione quanto più precoce sarà la diagnosi, quanto migliori e più rapidi saranno i risultati terapeutici”.

 

Non curare una disfunzione ATM in fase iniziale, significa quindi farla aggravare sia come prognosi che come sintomatologia?

“Esattamente. Sia la prognosi che la sintomatologia tendono gradualmente a peggiorare. Ciò rende più fastidiosa e invalidante la sintomatologia per il paziente, più complesso il lavoro dello specialista e più lungo il periodo terapeutico per risolvere il caso clinico”.

 

Di che tipo di terapie si tratta?

“Generalmente la terapia prevede l’utilizzo di un “bite”, ossia un apparecchio mobile possibilmente rigido in grado di riequilibrare il rapporto tra le articolazioni. Proprio per la funzione che svolge il “bite” terapeutico andrebbe indossato per il maggior numero di ore possibile durante la giornata e modificato periodicamente per circa un anno. Ma il “bite” da solo non è sufficiente a risolvere la patologia. Il resto della terapia varia moltissimo a seconda del caso: dal molaggio (il semplice rimodellamento dentale effettuato dal dentista rimuovendo parte dello smalto di alcuni denti) alla chirurgia (nel caso,ad esempio, di danni gravi al menisco o ai legamenti articolari), alla terapia ortodontica, ecc”.

 

Ha qualche consiglio da dare ai nostri lettori?

“Si. Intanto di cercare di far caso ad eventuali rumori o movimenti strani a livello delle articolazioni della bocca. Si può fare la prova mettendo due dita proprio di fronte appena sopra il lobo dell’orecchio, aprendo grande e chiudendo la bocca si può avere già una prima sensazione di rumore o fastidio in caso di disfunzione. In questo caso meglio rivolgersi subito ad uno specialista: un dentista Gnatologo. Nel frattempo però, in caso di dubbio problema all’ATM, meglio seguire alcune importanti accortezze e cioè evitare assolutamente di masticare chewing gum o cibi troppo duri tipo carote croccanti, bruschetta, crosta del pane ecc e non compiere movimenti troppo ampi della bocca tipo quelli eseguiti durante le urla o canti a squarciagola”.

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