VIDEO Tivoli – Sit in di protesta a Ponte Lucano: “Via il muro della vergogna”

La solitudine del Mausoleo dei Plauzi. Questo è lo scenario che il paesaggio ti offre ogni volta che si accede a Tivoli. E non solo, perchè alle sue spalle c’è anche lo storico ponte Lucano. Una cartolina di Tivoli conosciuta in tutto il mondo e che migliaia di turisti ogni anno vengono a visitare, malgrado sia in questo stato: “Quando vengono nel mio bar per bere un caffè mi chiedono di passare dal giardino per vedere la torre – racconta la titolare di un locale a pochi passo dall’area – ma quello che trovano è slo immondizia”.
Ma, a far smuovere gli animi dei manifestanti, c’è il muro in cemento costruito per la messa insicurezza della zona che è a rischio esondazione. Ed è per questo che sabato 11 gennaio si è svolta la manifestazione, organizzata da Viva Tivoli, a cui hanno aderito un centinaio di persone e molte associazioni tra cui Italia nostra con Vanna Mannucci. “Adesso basta – dice Urbano Barberini, leader di Viva Tivoli -, in qualsiasi paese del mondo una ricchezza come questa sarebbe valorizzata. Mentre noi voltiamo le spalle a quella che potrebbe essere una risorsa economica e culturale del nostro territorio”. Barberini parla con un piccone in mano. Vuole simulare l’abbattimento del muro di Berlino avvenuto nell’89: “Facciamo per finta perchè siamo non violenti – dice -, ma questo muro deve sparire”.

La richiesta: ripristinare il contenuto del protocollo firmato nel 2005 da Comune di Tivoli, Ardis, Regione Lazio, Mibac, sovrintendenza regionale dei beni culturali e autorità di bacino del Tevere. Un documento che mise nero su bianco la messa in sicurezza della zona, ma anche la riqualificazione dei beni archeologici. “Oggi quello che resta è questo muro – sottolineano dalla piazza – che non serve nemmeno ad evitare gli allagamenti perché quando le pompe vengono messe in funzione è ancora peggio”.
E a fine giornata, vengono gettati nell’Aniene decine di messaggi, in tavolette di legno, per la salvezza del Mausoleo dei Paluzi e di ponte Lucano, “per inviare, anche a chi sta lontano, il nostro grido d’allarme”.

Servizio di Veronica Altimari

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