Parola all’esperto – L’inserimento al nido: come affrontare il primo distacco

In che modo dovrebbe avvenire un sereno inserimento?
“L’inserimento deve essere in primo luogo graduale e cioè  prolungarsi per un paio di settimane  durante le quali si aumenta progressivamente il tempo di permanenza del bambino mentre si diminuisce il tempo di presenza del genitore. Al di là di questa indicazione di metodo bisogna ricordare che alcuni bambini si adattano perfettamente a questo schema, piagnucolano magari un pochino quando mamma sta andando via, ma smettono quasi subito. Per altri invece l’inserimento al nido è un vero trauma, condito di pianti, crisi di abbandono, scioperi della fame e via dicendo. Ogni caso è diverso dall’altro per una questione legata strettamente al temperamento, quindi al carattere, più o meno socievole, timido, estroverso, timoroso, del bambino. Inoltre , ogni bimbo porta con sé le sue passate esperienze di separazione e le modalità con cui le ha affrontate e superate in relazione al tipo di attaccamento ai genitori che ha sviluppato”.

 

Cosa non devono fare i genitori per gestire al meglio il delicato momento?
“Raccontare bugie rispetto all’asilo, minacciare il bambino nel caso in cui non volesse andarci. Piccoli gesti quotidiani svolti in modo diverso, un po’ di agitazione che si respira in casa, sottolineare un paio di volte di troppo che l’asilo è proprio un posto bellissimo,quando invece non è così, possono comunicare al bambino irrequietudine, e fargli vivere peggio il momento del distacco”. 

 

Cosa è bene che i genitori facciano, invece, per evitare ansie e preoccupazioni nel bambino?
“Prima dell’inserimento vero e proprio,  i genitori potrebbero provare  a fare una lista dei lati positivi e negativi, parlare dei dubbi e perplessità con altri adulti che magari ci sono già passati. Evitare di far finta di niente, al momento del distacco.
E se il bimbo ha un anno o più provare  a dirglielo con onestà. Magari abbracciandolo e spiegandogli che anche noi siamo un po’ tristi la mattina quando lo lasciamo all’asilo. Che anche noi vorremmo stare con lui a giocare tutto il giorno. E che nemmeno a noi fa piacere andare al lavoro. Provando ad immaginare insieme dei modi per sentire meno la mancanza l’uno dell’altro.
Nello specifico, durante l’inserimento, il genitore deve cercare di osservare il proprio bambino mentre esplora e prende confidenza con l’insegnante e con il nuovo ambiente, limitandosi ad interagire solo se necessario”.

 

Come va gestito il momento del saluto?
“E’ preferibile che il genitore si allontani prima 5 minuti, poi 10 minuti e così via fino ad arrivare all’inserimento totale.
I genitori dovrebbero evitare di allontanarsi di nascosto dal bambino solo perché sta li buono a giocare, è sempre bene dire “ciao tesoro, io vado via”  prima di allontanarsi ed è ben accetto il ciuccio e/o un oggetto di conforto come un orsetto o la bambolina preferita”.

 

Come evitare il ricorrente senso di colpa?
“È naturale che i genitori provino sensi di colpa nel lasciare il proprio figlio al nido. Allo stesso tempo è opportuno non farsi sopraffare da tali vissuti, pensando agli effetti benefici che questa esperienza  avrà  nel bambino che potrà sperimentare relazioni con persone significative e incamminarsi verso il progressivo raggiungimento delle autonomie e verso la socializzazione.
A tal fine, il primo rapporto di fiducia deve sorgere tra genitore  e operatori, cioè tra coloro che si occupano prevalentemente del bambino. In questa fase di adattamento, che interessa gli adulti, l’educatore dovrebbe lavorare molto sull’accoglienza ovvero dovrebbe identificare il bambino con le sue problematiche e le caratteristiche positive della sua personalità, individuare le dinamiche relazionali all’interno della famiglia ed eventuali problematiche esistenti prima”.

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