Monterotondo – Cade mentre taglia la legna. Sabato 18 i funerali di Adriano Rota

Si terranno sabato 18 gennaio alle 14.30 presso la chiesa di Santa Maria Maddalena di Monterotondo, i funerali di Adriano Rota, il 52enne volontario della protezione civile morto sabato 11 gennaio dopo una caduta mentre stava tagliando la legna.
E’ caduto da tre metri d’altezza mentre tagliava la legna da un albero abbattuto, sbattendo violentemente la testa contro un muretto di cemento, e le speranze che Rota potesse farcela sono durate lo spazio di 24 ore. Dopo l’incidente, avvenuto su un terreno privato di via delle Fornaci intorno alle 8 di venerdì 10 gennaio, il 52enne era stato prima soccorso e stabilizzato al Pronto soccorso dell’ospedale di Monterotondo e poi trasferito d’urgenza nel reparto di terapia intensiva Neurochirurgia A del Policlinico Umberto I.
Sono in corso le indagini dei carabinieri della Stazione di di Monterotondo coordinate dalla Procura della Repubblica di Tivoli, oltre agli accertamenti dell’Ispettorato del Lavoro della Asl Roma G. Il Pm Filippo Guerra ha aperto un fascicolo per il reato di omicidio colposo anche se, al momento, non risultano persone iscritte nel registro delle notizie di reato della Procura della Repubblica tiburtina.
Saranno gli accertamenti disposti dal pubblico ministero a stabilire sia la dinamica dell’incidente sia a definire se ci siano eventuali responsabili della morte del 52enne. Ancora da chiarire, infatti, se Adriano Rota stesse lavorando sul quel terreno oppure se – come sostiene la famiglia – si era recato lì per raccogliere della legna con la roncola, da portare poi nell’abitazione a Vallericca per il camino e i riscaldamenti.
Secondo una prima, sommaria ricostruzione effettuata dai carabinieri e dagli uomini della Asl Roma G, dopo aver perso l’equilibrio sul terreno scosceso e la violenta botta alla testa, Adriano Rota avrebbe telefonato ad un amico che poi lo avrebbe raggiunto nei primissimi momenti dopo l’incidente. Rota era una maschera di sangue ma cosciente, prima di perdere i sensi una volta giunto al Pronto soccorso di Monterotondo. L’operazione a cui il 52enne era stato sottoposto dagli specialisti del reparto neurologico e post-traumatico del Policlinico, purtroppo, non sono
bastati a salvare la vita a Rota. Il 52enne è deceduto sabato 11 gennaio. La famiglia, certa delle volontà dell’uomo, ha autorizzato l’espianto e la donazione degli organi.

 

 

Il ricordo
“La decisione della famiglia di donare gli organi di Adriano è la rappresentazione perfetta di quello che era lui. Una persona buona, sempre disponibile, che mollava tutto quando qualcuno chiedeva una mano. Questo era Adriano Rota”.
Chiusa nel dolore della scomparsa del 52enne volontario della Protezione civile, la famiglia Rota è in attesa che la salma di Adriano venga liberata per poter effettuare il funerale. Un ricordo del 52enne arriva da Paolo Bianchini, noto regista per il cinema e per la Rai. Bianchini è il marito di Paola Rota, sorella di Adriano. Attualmente senza un impiego stabile, il volontario della Protezione civile eretina aveva recentemente collaborato nell’ufficio di produzione del film “Il Sole Dentro” diretto da Bianchini con Angela Finocchiaro, Giobbe Covatta, Diego Bianchi e altri attori e – a breve – avrebbe dovuto iniziare la collaborazione per un documentario che il regista dovrà produrre per la Rai sul tema delle carceri minorili.
“La sera prima si erano sentiti con mia moglie. Le aveva detto che il giorno dopo, il giorno della tragedia, sarebbe andato a prendere un po’ di legna e del mangime per i cani. Noi vivevamo tutti insieme nella casa di Vallericca e Adriano dava una mano anche con queste faccende. Il giorno dopo io ero a Montefiascone per degli incontri nelle scuole per il nostro film, mentre anche mia moglie era fuori Monterotondo. Lei ha provato a chiamarlo più volte, ma senza successo. Poi è arrivata la telefonata dei carabinieri che la informavano della tragedia. Adriano, sono sicuro, mancherà non solo a noi ma a tutta Monterotondo”.
Rota, infatti, era molto conosciuto in paese sia come persona sia per la sua costante attività di Protezione civile, che andava avanti ininterrottamente da più di 15 anni.
“Sul manifesto in ricordo di Adriano ho fatto scrivere solo una frase: era una roccia che rifletteva luce”. Marco D’Angelo, presidente della Protezione civile di Monterotondo, ancora non si capacita di quello che è capitato all’amico.
“Quando io sono entrato in Protezione civile nel 1997 lui già c’era. Durante il terremoto de L’Aquila era stato il volontario con il più alto numero di giorni di permanenza. In questo momento non aveva lavoro e la sua vita l’ha dedicata ad aiutare gli altri. Con Adriano la Protezione civile perde una persona buona, un ottimo caposquadra e un amico carissimo. Ma sono sicuro che mancherà a tutta Monterotondo. Da quando è capitata la tragedia il mio cellulare non fa che squillare, per le chiamate di persone che vogliono sapere cos’è successo ad Adriano”.
“E’ dura – ricorda Antonio Perrone, per tre volte presidente della protezione civile di Monterotondo fino al 2000 -. L’ho conosciuto che era un ragazzo, tutti i capelli neri, introverso ma sempre disponibile; negli ultimi anni lo incontravo ogni tanto, sempre più maturo, loquace, quasi estroverso ed alle prese con le difficoltà che tantissimi giovani e non solo giovani sono in questi giorni costretti ad affrontare. L’ho incontrato l’ultima volta mercoledì sera, ci siamo abbracciati scambiandoci gli auguri per questo nuovo anno certi di rincontrarci quanto prima. Non sarà più possibile”.

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