I rom bruciano rame e rifiuti. Il Barco e Villalba muoiono intossicati dalla puzza

Colonne di fumo, odore acre, aria irrespirabile. Va avanti così da oltre un anno nella zona industriale del Barco, a Tivoli Terme.
Al calar del sole l’area compresa tra via Consolini e via Cesurni e quella di Stacchini – entrambe residenza ufficiale di centinaia di rom – diventa un inceneritore a cielo aperto di materiali non meglio identificati.
Nei mesi scorsi residenti e imprenditori hanno già segnalato il problema a Palazzo San Bernardino e alle forze dell’ordine, stavolta l’assessore all’Ambiente di Guidonia Montecelio Morena Boleo ha scritto alla collega Maria Luisa Innocenti delegata della giunta Proietti. Lunedì 18 la Boleo ha infatti inviato una nota per manifestare il timore su una situazione che crea pericolose conseguenze e per concordare un incontro finalizzato a trovare forme di cooperazione.
“Ogni notte – si legge – vengono appiccati degli enormi falò che producono torri di fumo denso e nero i cui gas maleodoranti si propagano in tutte le terre limitrofe ed in special modo a Villalba. Non ho contezza circa la natura di questa attività di incenerimento e l’effettivo grado di tossicità dei fumi prodotti ma, ho ragione di ritenere, che possano essere altamente nocivi per la salute dei nostri cittadini. Lo stanziamento di un campo nomadi a Stacchini – prosegue la Boleo – mi rende estremamente preoccupata per le gravi ricadute che produce anche in tema di ordine pubblico, soprattutto nelle zone di Villalba ed Albuccione, che quotidianamente sono costrette a scontrarsi con la scarsa volontà di integrazione di queste comunità rom”.
Se a bruciare siano le matasse di rame rubate o altro materiale non si sa, certo è che nei campi a ridosso di via Consolini stazionano numerose balle di gommapiuma.

(ma. sa.)

 

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