Villaggio Prenestino – Il monolite resta al suo autore Francesco Visalli

La sua opera è diventata nota nella Capitale perchè installata “abusivamente” sull’aventino, a pochi passi da Circo Massimo. Una scelta che lo stesso Visalli racconta come “provocatoria, utile a dimostrare la scarsa attenzione di Roma sull’arte in genere e i suoi beni artistici, i più famosi al mondo”. Una protesta, quella di Visalli, che avrebe dovuto indignare “ancor di più”, cittadini e amministrazione, soprattutto per il fatto che l’artista ha dovuto auto denunciarsi, dopo due mesi, per “far accorgere chi di competenze che l’opera, fotografata dai turiste e addirittura segnalata su google maps, non doveva essere li”.

A sequestro avvenuto, Visalli aveva fatto intendere durante un’intervista a Repubblica “che piuttosto di vederla demolita l’avrebbe voluta vedere anche in periferia”. Parole che ha spinto il comitato di Villaggio Prenestino a fare formale richiesta alla sovrintendenza, la quale qualche settimana fa ha dato un “parere di massima favorevole alla donazione”. Peccato che l’ultima parola spetti proprio a Visalli, che spegne i sogni di un quartiere intero che vedeva nell’installazione del Monolite sul proprio territorio, “come una grande opportunità”. “ll problema è che con questi presupposti non ho nessuna intenzione di donare la mia opera che, vorrei ricordare, nasce con lo scopo di fare una provocazione al ‘sistema Roma’ – dice Visalli a Tiburno.tv –. La sovrintendenza ha definito il mio, un lavoro di ‘scarso valore e facilmente deteriorabile’, e che proprio per questo, dava il suo nulla osta nella donazione a questa scuola nella periferia est della Capitale – continua l’artista -. Un’offesa più per questi cittadini che per me, se ci pensate”. 

Il comitato di quartiere, da parte sua, fa ordine. Puntualizza le ragioni della sua richiesta, di com’è nata, e del fatto che prima della sovrintendenza hanno contattato direttamente lui. “Ed è per i nostri giovani che ci siamo attivati per portare nel quartiere questo manufatto – dicono attraverso un comunicato -, a loro ci siamo dedicati con l’idea che questo progetto potesse essere l’inizio di più attività di coinvolgimento per loro. Stavamo già fantasticando a quanto sarebbe stato bello poter organizzare esposizioni con le opere dei ragazzi accanto a quella di Visalli, contattare altri artisti emergenti dell’est romano e coinvolgerli in iniziative di street art”. “Un modo come già detto, di avviare un movimento artistico nella periferia e sollecitare l’opinione pubblica su tematiche come l’arte moderna o il capitale storico ed artistico che in una periferia come la nostra è totalmente dimenticato. Insomma – concludono -, siamo convinti che per l’autore saremmo potuti essere d’aiuto, un alleato, potevamo essere quelli che dovevano dare continuità alla sua protesta come da lui auspicato, e invece ha frainteso tutto”. “Mi sono sentito con il comitato e alla fine ci siamo chiariti in totale tranquillità – spiega Visalli -. Loro non hanno nessuna colpa e capisco le loro intenzioni, visto che la periferia di questa città non ha niente, ma ho preso la mia decisione”.

E dopo tutta questa storia, Francesco Visalli fa sapere che ha quindi scelto di allontanarsi da Roma per un po’. “Questa città, e i suoi preziosi beni artistici, sono nelle mani di gente che probabilmente non è all’altezza del compito”, conclude. E per Villaggio Prenestino ci saranno sicuramente altre occasioni.

Veronica Altimari

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