Sant’Angelo Romano – Il dialetto come recupero delle radici culturali

Dopo i saluti di rito del vicesindaco Claudio Carolini, dell’assessore alla Cultura Marco Pennazza e del presidente della nuova pro loco Michele Lomuscio, gli intervenuti hanno ascoltato con interesse le relazioni che sono seguite. Marco Giardini, ideatore del progetto insieme a Anna Longo, Umberto Calamita e Vincenzo Foresi e curatore di un opuscolo e di una mappa illustranti l’itinerario, ha ripercorso le tappe di realizzazione del progetto stesso descrivendone scopi e contenuti.
Gli interventi sono stati allietati dalle esibizioni musicali di Martin e David Croce in rappresentanza del locale Gruppo Folklorico Monte Pátulo.
All’illustrazione è seguita una vivace e allegra visita guidata lungo l’intero itinerario nel corso della quale si sono letti proverbi e indovinelli, fatti confronti con dialetti dei paesi vicini, raccontati aneddoti e storie locali, e che ha permesso ai partecipanti di apprezzare la bellezza del centro storico santangelese. Insomma, una piacevole e istruttiva serata che si è conclusa nella maniera migliore: con le tipiche ciambelle santangelesi, dolci e vino locale.

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LE PIASTRELLE
dialetto santangelo2Il progetto, presentato dal Comune di Sant’Angelo Romano e finanziato dalla Regione Lazio, consisteva nella realizzazione di 12 piastrelle in terracotta, realizzate a mano, riportanti ciascuna un proverbio, un modo di dire, un indovinello in dialetto santangelese con relativa traduzione in italiano. Le piastrelle sono state sistemate in prossimità di monumenti o siti di interesse culturale, lungo
un percorso attentamente studiato allo scopo di far conoscere e valorizzare nella maniera migliore gli elementi di maggiore interesse del centro storico. Sono stati inoltre stampati un opuscolo e una mappa riportanti informazioni sui siti individuati che saranno distribuiti in alcuni esercizi pubblici del paese.

 

IL PROGETTO
Scopi del progetto sono la salvaguardia e la valorizzazione della cultura, delle tradizioni popolari, dei beni artistici, monumentali e paesaggistici locali, ma anche l’incentivazione dell’artigianato e del turismo di qualità, la promozione del tempo libero e della cultura, grazie alla presenza di monumenti di indubbio fascino, le pregevoli ricchezze ambientali e l’unicità del panorama.
Tra i monumenti si ricorda il castello Orsini-Cesi, con le sue eccezionali memorie legate alla figura di Federico Cesi, fondatore dell’Accademia dei Lincei, i suoi preziosissimi affreschi e il suo museo preistorico e protostorico. La ricchezza naturalistica dell’area è invece certificata dalla presenza di ben due aree protette, che conservano fenomeni naturali talvolta unici al mondo, come l’incredibile cavità carsica del Pozzo del Merro, il sinkhole allagato più profondo al mondo.
Sono intervenuti anche Umberto Calamita (esperto di educazione ambientale) e Vincenzo Luciani (poeta dialettale ed esperto dei dialetti del Lazio), che hanno ribadito l’importanza della tutela del dialetto e della valorizzazione dei valori locali per contrastare la crescente globalizzazione e omogeneizzazione delle culture.

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