“Era una cosa che facevo da bambino – racconta Dario – ma l’idea di esibirmi in strada con un equipaggiamento di fortuna mi venne soltanto molti anni dopo. Studiavo già batteria ed ero in vacanza a Londra. Raccattai dalla casa in cui abitavo qualsiasi cosa che potesse essermi utile per uno show di strada ed andai a Picadilly Circus per esibirmi con questo insolito spettacolo. Ripensandoci, non andò nemmeno così male”.
“L’esperienza fatta a Berlino è stata fantastica. Quando mi esibisco a Roma l’ironia dei romani regala momenti di folklore indimenticabili. Si va dalle mamme che dicono ai loro figli ‘Vedi che fa il signore? Gioca con le pentole!’ fino a ‘Daje che dopo se famo pure dù caldarroste’. A Berlino, invece, mentre montavo le mie cose nessuno si scomponeva. Tutti sedevano a terra incuriositi già prima che cominciassi a suonare. Dopo le mie esibizioni venivano spesso a complimentarsi con me, ma non facevano nessuna ironia. Volevano piuttosto informarsi su di me e sul mio percorso artistico”.
“Il mio show e gli strumenti con cui suono sono in continua evoluzione. Seleziono personalmente i materiali su cui suono e li adatto anche al tipo di musica che ascolto. Provengo dalla scuola synth-pop/new wave 80’s e sono da sempre affascinato da suoni ruvidi, metallici, industriali. Quando suono mi piace accostare queste sonorità a ritmiche molto spesso vicinissime al techno berlinese, alcune volte mescolate anche con ritmi latini e tribali. Insomma, colori gelidi che si mescolano improvvisamente con sonorità calde”.
Marco Scipioni