Calcio – A Settebagni un defibrillatore per salvare vite umane

Il Settebagni, che si è dotato di defibrillatore semiautomatico, proprio nei giorni scorsi, con la collaborazione degli istruttori volontari della onlus e di Silvia Guarnieri, presidente dell’associazione “Il Filo della Vita”, direttrice, anche lei volontaria, dei corsi del comitato, ha ufficialmente certificato l’abilitazione di dodici operatori all’esecuzione delle manovre di rianimazione cardiopolmonare, disostruzione delle vie respiratorie e uso del defibrillatore semiautomatico.

I corsi sono stati realizzati in conformità con il protocollo formativo di “Salvamento Academy”, organizzazione leader del settore, che da anni, a partire dal soccorso per gli appassionati di osservazione e pesca subacquea, diffonde le pratiche di soccorso precoce indispensabili per fronteggiare immediatamente, anche da parte di “non sanitari” le conseguenze degli stress cardiorespiratori e dell’arresto cardiaco.

asd settebagni 2“Diversamente da quanto molti immaginano – dichiara Rossella Lorenzotti, presidente del Comitato – per contrastare le conseguenze dell’arresto cardiaco improvviso, che oggi provocano oltre 60 mila morti in Italia, non basta chiamare tempestivamente i soccorsi qualificati. E’ indispensabile che chi assiste al malore sia capace di intervenire immediatamente, non solo per chiamare urgentemente i soccorsi, ma anche per supportare la probabilità di futura integrità biologica e la sopravvivenza della vittima, con manovre appropriate. Il decreto Balduzzi – prosegue Lorenzotti – stabilendo l’obbligo per le società sportive di dotarsi di defibrillatore e di operatori abilitati ad usarlo, ha avuto indubbiamente il merito di richiamare l’attenzione sulla necessità di contrastare l’arresto cardiaco improvviso. Ma lo ha fatto con le semplificazioni demagogiche della politica, sull’onda dell’emozione suscitata dalla morte “in diretta” del calciatore Piermario Morosini. In realtà la maggioranza degli arresti cardiaci improvvisi si verifica in casa o sul posto di lavoro. E’ evidente che il nostro Paese deve fare ancora molta strada per mettere a fuoco il problema ed applicare provvedimenti realmente efficaci, anche se si affacciano alcune lodevolissime iniziative locali di ben altro spessore politico, scientifico e organizzativo”.

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