Anticamente, il fiume era conosciuto con unaltra denominazione, quella di Parensio. In seguito il suo nome è cambiato in quello attuale, in omaggio alla memoria di Anio, re italico di origine etrusca.
La leggenda narra che il sovrano avesse una figlia, Salea. Di lei si innamorò Cateto, il capitano della guardia regia, che decise di rapirla e sottrarla al padre. Scosso dalla perdita della fanciulla, Anio decise di dare la caccia a Cateto per vendicare laffronto subito. Partito con un manipolo di uomini, il re giunse sulle rive del Parensio quando un violento temporale ne gonfiò le acque al punto da renderne difficile lattraversamento. Incurante del pericolo e dei consigli dei commilitoni che lo invitavano a desistere dallassalto, Anio decise di sfidare la furia del fiume ma limpresa non riuscì. La corrente, troppo potente da arginare, lo travolse e di lui e degli altri cavalieri si perse ogni traccia.
Da quellepisodio intriso di romanticismo per il valore di un uomo che decise di sfidare la forza della natura pur di riabbracciare lamata figlia, nacque lattuale toponimo dellAniene, la cui storia si ammanta di un ulteriore richiamo leggendario tramandato nei secoli, stando al quale, il lamento di Anio sofferente che invoca Salea si ode ancora tra i rumori che echeggiano nei momenti in cui il fiume è in piena e travolge ogni ostacolo nel suo passaggio.
Alessandro Bianchi