Lo sapevate che a Subiaco nacquero Lucrezia e Cesare Borgia

La Rocca di Subiaco, infatti, è stata una delle proprietà del cardinale Rodrigo Borgia che intraprese una serie di restauri della struttura, facendovi edificare una torre e rinnovandone le stanze. Personaggio dalla vita dissoluta (non certo l’unico a quei tempi), nonostante la porpora cardinalizia, Rodrigo, divenuto papa con il nome di Alessandro VI nel 1492, aveva molteplici amanti. Tra queste una locandiera di Roma, Vannozza Cattanei, la madre dei suoi tre figli, Cesare, Lucrezia e Giovanni. I primi due nacquero a Subiaco proprio per volere di Rodrigo che voleva tenere lontano l’amante dalle attenzioni della corte pontificia romana anche per non intaccare le proprie ambizioni di ascendere al papato. 

 

 La figura di Lucrezia, figlia prediletta del Papa,  è stata una delle più controverse del Rinascimento italiano. Soggetta ai voleri del padre che la considerava un possibile “strumento” della politica papale, in un’Italia ancora divisa tra potentati locali e pertanto foriera di alleanze strategiche, Lucrezia fu sposa di Giovanni Sforza, duca di Pesaro e di Alfonso di Aragona, figlio illegittimo di Alfonso II, re di Napoli. In seguito all’assassinio di quest’ultimo, forse per mano del fratello Cesare, Lucrezia divenne la moglie di Alfonso d’Este, primogenito di Ercole duca di Ferrara. Dal matrimonio nacquero 6 figli. Tra questi Ippolito II d’Este, colui che, divenuto cardinale nel 1538, avviò i lavori di restauro della splendida villa di Tivoli che prende proprio il suo nome. Lucrezia morì nel 1519, a soli 39 anni, in seguito al parto della figlia Isabella Maria.  Pettegolezzi e scandali non ne hanno scalfito l’immagine di donna dalla bellezza folgorante e di mecenate di artisti e scrittori come Pietro Bembo e Ludovico Ariosto, ospitati a Ferrara.

 

Figura romanzesca e dalla fama intatta nel corso dei secoli come testimoniano numerose trasposizioni cinematografiche, Cesare Borgia, rifiutò la carica cardinalizia per intraprendere un’ascesa politico-militare che lo portò, supportato dal padre pontefice, a tentare di riunire in un unico regno i territori dell’Italia centrale. Nella sua ascesa si alleò con l’allora re di Francia, Luigi XII che lo nominò duca di Valentinois (da qui l’appellativo di Valentino) e ne favorì il matrimonio con la dama francese Charlotte d’Albret. Le sue gesta, rimase incompiute in seguito alla morte di papa Alessandro, ispirarono il Principe di Machiavelli.

 

Due personaggi, dunque, che hanno fatto la storia d’Italia e contribuito a rendere ulteriormente nota in tutto il mondo una cittadina dal patrimonio storico-culturale inestimabile qual è  Subiaco

 

 Alessandro Bianchi

Condividi l'articolo:
LEGGI ANCHE  TIVOLI - La "Preghiera della Pace" in dialetto tiburtino

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.