Nonostante lubicazione non certo facilmente raggiungibile a causa della tortuosità del percorso viario sia provenendo da Subiaco che dagli Altipiani di Arcinazzo, il Santuario suddetto è una delle mete di pellegrinaggio più visitate Lazio nel periodo primaverile-estivo. Sono migliaia, infatti, i fedeli e gli escursionisti, provenienti da ogni parte dItalia e dallestero, che ogni anno decidono di trascorrere una giornata in un luogo di grande misticità, posizionato in uno scenario naturale da brivido.
Addossato su unimponente parete rocciosa a strapiombo del Colle Tagliata (1300 metri di altitudine), in prossimità di una spelonca che si dice fosse stata abitata anche in epoca primordiale, il Santuario ospita al suo interno un prezioso affresco della SS. Trinità risalente al XII secolo con le tre persone raffigurate nellatto di benedire i fedeli, oltre ad altre raffigurazioni, di ispirazione bizantineggiante, tratte dai principali episodi narrati nel Vangelo.
E proprio allicona trinitaria, principale destinataria di preghiere e richieste di grazia da parte degli avventori, che la leggenda popolare attribuisce il miracoloso salvataggio, testimoniato da un contadino, dei suoi buoi, precipitati con laratro da un burrone. Benchè più popolare, questa non è lunica leggenda attribuita al Santuario. Unaltra narra che, nei pressi del monte dove sorge la chiesa, la Santissima Trinità apparve agli apostoli Pietro e Giovanni, giunti in soccorso di alcuni fedeli cristiani sfuggiti alla persecuzioni in epoca romana.
Storie, credenze, usanze popolari (su tutte il cosiddetto Pianto delle Zitelle che rievoca la passione di Cristo) che si sono tramandate, intatte, nel corso degli anni e che contribuiscono tuttora a conferire un indiscutibile fascino a un luogo non solo di pellegrinaggio ma anche di pace, serenità e bellezze naturali.
Alessandro Bianchi