Fonte Nuova – Caso Rinaudo, tutti i retroscena della vicenda: dal servizio delle Iene all’arresto

Le indagini, condotte dai militari, hanno  verificato l’effettivo assenteismo del comandante, e hanno portato alla luce il comportamento dell’indagato, che invece di lavorare trascorreva in maniera sistematica i pomeriggi a casa oppure faceva altro. Questo portava anche a maturare una serie di benefici, come ad esempio, i buoni pasto, che di fatto non gli spettavano. Rinaudo, secondo le indagini rientrava in ufficio a tarda sera soltanto per timbrare il cartellino d’uscita, o in altri casi firmava le presenze a posteriori, giustificandole come uscite di lavoro. I carabinieri di Monterotondo, hanno poi accertato che il comandante si faceva accompagnare con l’auto di servizio da casa a lavoro. Il commissario di Fonte Nuova, ha già sospeso dal servizio il comandante in via cautelare e la commissione disciplinare aveva  avviato un procedimento disciplinare in seguito al servizio delle Iene, andato in onda il 13 dicembre scorso, proprio mentre le indagini della procura erano in atto.  Attualmente Rinaudo, si trova in stato di fermo, presso la sua abitazione.

 

A BREVE LA DECISIONE SUL LICENZIAMENTO
Dopo la sospensione arrivata all’indomani del servizio tv – ossia lo scorso 14 dicembre – la commissione disciplinare presieduta dal segretario comunale Francesco Rossi del comune di Fonte Nuova dovrà decidere sul licenziamento del comandante Rinaudo, così come previsto dalla legge Madia. Una decisione che arriverà in tempi rapidi, forse già nei prossimi giorni. Vale la pena ricordare che l’ente è commissariato, dopo la caduta dell’amministrazione Cannella e al momento è il commissario Raffaella Moscarella a portare avanti l’ordinaria amministrazione insieme a due subcommissari. Dopo la sospensione di Rinaudo, la Mascarella ha deciso di affidare la responsabilità della Polizia Locale al dirigente Fulvio Bernardo, già responsabile dei settori Urbanistica, Lavori Pubblici e Ambiente. Vale la pena ricordare anche che il 2 gennaio è arrivato un nuovo  vicecomandante: Francesco Spagnoletti, che ha recentemente vinto la selezione di mobilità che era stata aperta a Fonte Nuova. Il giovane vigile che viene da Mentana, dunque, rischia di trovarsi da subito con ruoli di responsabilità, se Rinaudo non venisse reintegrato come al momento sembra.

 

IL SERVIZIO DELLE IENE
Poco dopo le 21 di martedì 13 dicembre è andata in onda su Italia Uno la trasmissione de Le Iene che riguardava Carlo Rinaudo, dal titolo emblematico “Il comandante dei vigili fa il furbetto?”. La puntata si apre con una segnalazione anonima che si dice essere arrivata  in redazione e una persona – probabilmente un attore – che la recita voltato di spalle. «Volevo segnalare – inizia il servizio – che il comandante della polizia locale di Fonte Nuova (nella trasmissione il nome del comune non viene fatto, ndr) la mattina viene a lavoro, timbra, poi verso l’ora di pranzo va via, va a casa, si fa i fatti suoi e ritimbra poi la sera all’uscita. Quindi fa risultare che è stato tutto il pomeriggio in servizio, mentre non lo è stato. È una cosa che tutti sanno, ma nessuno fa niente». Poi la Iena Filippo Roma si mette sulle tracce del comandante della Polizia Locale di Fonte Nuova Carlo Rinaudo e lo filma per diversi giorni. Si mostra il suo cartellino personale con gli orari di entrata e di uscita. Giovedì 3 novembre risulta l’entrata alle 7,33 e l’uscita alle 20,51. Quindi si vedono le riprese televisive del comandante che esce dalla sede comunale di via Machiavelli insieme ad altri due vigili, poi arrivati a Santa Lucia, esce dalla macchina solo lui e si vede che torna a casa. «Come mai non ha timbrato? – Chiede la Iena, Filippo Roma – Passano i minuti, passano le ore, ma del comandante nessuna traccia. Cioè se ne rimane rintanato a casetta sua per tutto il giorno. Ormai è sera, sono quasi le 21 e questa è un’altra sede del comune e quasi per magia eccolo che spunta dalla penombra. Risultava a lavoro, ma invece era a casa a farsi gli affari suoi». Altre riprese lunedì 7 novembre: entrata alle 7,18 e uscita alle 18,40. Qualche minuto prima delle 13 si vede Rinaudo che esce con la sua macchina personale dalla sede di via Machiavelli a Tor Lupara e torna a casa sua. Con la vettura che rimane parcheggiata in casa. Poi la sera nuova beggiatura. Si passa ai giorni di festa. Domenica 30 ottobre e domenica 6 novembre viene ripreso mentre timbra e poi va a messa. Così domenica 13 dicembre la troupe televisiva si manifesta e ferma Rinaudo sulle scalette della chiesa di Santa Lucia. Inizia un botta e risposta, con il comandante dei vigili un po’ impacciato, che all’inizio dice di essere a riposo e non in servizio. Poi accenna una replica: «Ho il compito della sicurezza, quindi controllo e verifico quello che succede. Io sto sempre in servizio».Ma dall’altra parte arrivano domande e battutine. «Possiamo dire che lei è un furbetto devoto? – chiede la Iena – le sembra rispettoso nei confronti dei giovani che non hanno un lavoro? Uno che timbra e se ne va a casa cos’è?». Continua il botta e risposta, poi i due si spostano nell’ufficio di via Palombarese 225. Il servizio si chiude a mo’ di sfottò, con l’ennesimo ritorno della Iena pochi minuti più tardi, per far vedere che il comandante è andato nuovamente via dalla sede di via Palombarese.

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L’INTERVISTA A RINAUDO
Dopo la messa in onda del servizio e dopo la sospensione, Tiburno aveva intervistato il comandante Rinaudo. « Sono amareggiato, sembra quasi che quello che uno ha fatto di buono nella vita, all’improvviso non conta più niente. Io continuo ad andare in giro a testa alta» aveva dichiarato. Siciliano di origine, 41 anni di servizio, dopo 4 anni passati nell’Esercito, Rinaudo è approdato ai vigili di Mentana nel 1981, per rimanerci fino al 1999. Anno in cui è passato a Fonte Nuova. Ha comandato prima il corpo nella circoscrizione Mentana centro, poi tutta Mentana e quindi Fonte Nuova ininterrottamente dalla sua costituzione, a parte il periodo 2004-2009, durante cui il sindaco Vittori decise di affidare l’incarico esternamente a Francesco Pandolfi. «Ci tengo a spiegare – aveva detto – come è inquadrata la mia figura dalla legge: la numero 65 del 1986, ossia la legge quadro della polizia locale. Prevede che il comandante deve essere collocato all’apicalità dell’ente e dipende esclusivamente dal sindaco o da un suo delegato. Questo vuol dire che io non avrei l’obbligo di beggiare, anche perché la mia indennità da responsabile del settore è onnicomprensiva e comprende sia gli straordinari che la reperibilità. Io dipendo dal sindaco per legge. Il mio obbligo è di fare 36 ore settimanali e praticamente le faccio già al mattino, poi se il pomeriggio lavoro un’ora o sei ore, non mi entra un centesimo in più in tasca. Tant’è vero che la mia busta paga è uguale tutti i mesi. È la legge che lo prevede». Poi Rinaudo aveva raccontato di un’indagine che aveva condotto “in borghese” nelle ore pomeridiane. «Stavo portando avanti insieme ad alcuni colleghi un’indagine sull’abbandono dei rifiuti sul territorio che stava dimostrando come ci fosse un vero e proprio disegno criminoso dietro – aveva raccontato – Un’indagine che ha portato a una corposa relazione che nei giorni scorsi è stata consegnata alla Procura. Un giorno, a fine ottobre, mi segnalano una macchina sospetta ferma all’angolo tra via Marche e via Appennini con alcune persone a bordo. Ho fatto dei controlli per vedere se era una macchina sotto copertura, perché magari c’era qualche indagine in corso, ma non risultava. Così mi sono iniziato a preoccupare un po’, sia per me che per la mia famiglia. Ho iniziato a muovermi in maniera molto discreta cercando di farmi notare il meno possibile. Solitamente la mattina facevo il lavoro di ufficio, poi il pomeriggio andavo a casa, mi cambiavo al volo e uscivo poco dopo in borghese per portare avanti questa attività di indagine. Passavo da un’uscita secondaria di casa mia e prendevo l’altra macchina a me intestata, che di solito lasciavo parcheggiata poco sopra al parcheggio di via Appennini. Quindi la sera verso le 19,30 dovevo tornare nella sede comunale di via Palombarese 225 per controllare se andava tutto bene. Ricordo che è una sede dove ci sono dati sensibili, dove ci sono i computer collegati alle telecamere e basta rompere un vetro per entrare dentro. Così passavo un attimo a controllare, beggiavo e poi tornavo a casa».

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