Non si tratta di Cascate naturali. Anche questa bellezza tiburtina infatti, alla stregua di altre, affonda le sue origini nella storia. Era il novembre 1826 quando, a seguito di giorni di piogge torrenziali e ininterrotte, una piena dellAniene causò un’alluvione a Tivoli, provocando danni e distruzioni ingenti tra le abitazioni poste nella parte più antica della città. Fortunatamente non ci furono vittime ma levento funesto, raccontato in alcune cronache cittadine dellepoca, spaventò e non poco le autorità che decisero di correre ai ripari per evitare il ripetersi di episodi simili. Come ?. Deviando il più possibile il corso dellAniene lontano dalle zone abitate.
Per raggiungere tale obiettivo, lallora papa Gregorio XVI commissionò allingegnere Clemente Folchi unavveniristica opera di ingegneria idraulica che prevedeva la realizzazione di un doppio traforo scavato tra le pareti di Monte Catillo, nel quale incanalare le acque del fiume in caso di possibili piene alluvionali. Lo sbocco finale dei canali dacqua coincideva con lo strapiombo posto a ridosso di Villa Gregoriana ed è così che vennero a crearsi le meravigliose Cascate tiburtine che, con i loro 120 metri di altezza, risultano tra le più elevate dItalia nellambito di quelle artificiali, precedute solo dalle rinomate Cascate delle Marmore di Terni, alte complessivamente 165 metri.
Uno spettacolo, quello offerto dalle Cascate di Tivoli, che colpì e non poco coloro che si recavano in visita a Tivoli già nella prima metà dellOttocento. Emblematiche sono le molteplici opere pittoriche realizzate dagli artisti che ritraggono le acque in vorticosa caduta e dalle quali emerge che lampiezza e la portata delle cascate fosse anche più estesa di quella attuale. Portata che aumenta, inevitabilmente, con le ancora ricorrenti piene dellAniene e il conseguente innalzamento del livello delle acque incanalate nei trafori. Nellottobre 2015, nei giorni in cui le esondazioni alluvionali causarono danni per centinaia di migliaia di euro nella zona di Villa Adriana, le Cascate di Tivoli, nella loro furia inarrestabile, incutevano un certo timore per lenorme mole di fango e detriti riversata in basso. Uno scenario, anchesso a suo modo affascinante, che è possibile rivivere tramite alcuni filmati facilmente reperibili in rete.
Alessandro Bianchi