Uno degli itinerari privilegiati per scalare il Monte Catillo è quello che si avvia nei pressi di Largo Massimo, vicino larco in travertino posto a pochi metri dallingresso di Villa Gregoriana. Dallarco, si sale in direzione del Villaggio Don Bosco e da lì si seguono le indicazioni del sentiero tracciato dal CAI con lapposita segnaletica biancorossa, nota a chi è abituato a percorrere itinerari di montagna.
Percorrendo litinerario ci si può imbattere in alcune specie naturalistiche che rendono larea di Monte Catillo un territorio particolarmente interessante per studiosi e appassionati di botanica e geologia. Sparsi tra la riserva, troviamo infatti esemplari di Olivo e Castagno selvatico, Ginepro, Orchidee selvatiche in via di estinzione, del cosiddetto Albero di Giuda e di Asfodelli gialli, una pianta che cresce in luoghi aridi e i cui fiori sbocciano nel periodo primaverile conferendo al paesaggio circostante unimpronta di colore di grande impatto.
Queste piante anticipano quella che è la principale peculiarità di Monte Catillo ovvero la presenza di esemplari di Sughera dalle foglie dentate, frutto di unibridazione tra cerro e sughera stessa. Nella fattispecie, la particolarità di questa specie risiede nel fatto che nasce e si sviluppa su di un terreno arido e calcareo quale quello appunto del Catillo, caratteristiche che le rende una vera e propria rarità botanica. Proprio per questo motivo, la cosiddetta Sughereta di Sirivindola (questo il suo toponimo) è stata indicata come Biotipo dalla società botanica italiana già dal 1971. Tra le ipotesi formulate per spiegare la presenza di queste piante vi è la vicinanza con le cascate dellAniene, capaci di generare una sorta di microclima specifico tale da influenzare la vegetazione dellarea più meridionale della riserva, non a caso quella dove è situata la sughereta stessa.
Un vero e proprio tesoro naturalistico, purtroppo meno esteso e rigoglioso rispetto al passato a causa dei ricorrenti incendi molti dei quali di origine dolosa che, ogni anno, puntualmente, in estate interessano il Monte Catillo, estendendosi nelle area circostanti. Una piaga ricorrente e difficile da debellare che deturpa irreparabilmente unaltra bellezza tiburtina.
Un vero e proprio tesoro naturalistico, purtroppo meno esteso e rigoglioso rispetto al passato a causa dei ricorrenti incendi molti dei quali di origine dolosa che, ogni anno, puntualmente, in estate interessano il Monte Catillo, estendendosi nelle area circostanti. Una piaga ricorrente e difficile da debellare che deturpa irreparabilmente unaltra bellezza tiburtina.
Alessandro Bianchi