Lo sai che … la Rocca Pia di Tivoli è stata utilizzata per vari scopi in cinquecento anni di storia

Edificata interamente in tufo locale, nel 1461 per volere di papa Pio II Piccolomini da cui prende il nome, la Rocca ha mantenuto, invariata, nei secoli, la sua struttura contraddistinta da 4 torri di diverse dimensioni (le due maggiori sono alte rispettivamente 36 e 22 metri), unite da muraglioni realizzati con stile medievale come conferma la presenza di archi pensili alla loro sommità. Se l’impatto visivo esterno della Rocca è rimasto sempre lo stesso, non altrettanto può dirsi degli usi dell’edificio che è stato adibita a varie funzioni.

Alla stregua di altre costruzioni simili di epoca moderna presenti nel Lazio e non solo, la Rocca Pia è stata costruita essenzialmente per scopi difensivi. Era questo lo scopo di Papa Pio II che ne affidò la realizzazione agli architetti fiorentini Varrone e Niccolò con l’intento di garantire alla città, sempre esposta a lotte interne o a dispute con lo stato pontificio, un avamposto difensivo-militare in grado di assicurare una migliore vigilanza sul territorio, tramite un’adeguata sorveglianza delle vie di accesso a Tivoli, nonché un più capillare controllo interno tramite il controllo e la prevenzione di eventuali disordini interni, quantomai all’ordine del giorno in un contesto storico-sociale in continuo divenire.

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Successivamente, con l’avvento del cardinale Ippolito d’Este a governatore della città e il contestuale ammodernamento della Villa omonima, la Rocca fu coinvolta nei miglioramenti urbanistici voluti dal cardinale stesso. In particolare, il prelato fece costruire nuovi edifici nei pressi della fortezza (le attuali Scuderie) di cui valorizzò l’aspetto residenziale – ornamentale in un contesto più pacificato rispetto al precedente. Peraltro, furono proprio i cannoni della Rocca, a salutare l’arrivo del cardinale d’Este a Tivoli avvenuto il 9 settembre 1550.

Tra Settecento e Ottocento, la storia della Rocca Pia tornò a intrecciarsi con le dinamiche politico-militari dell’epoca. In particolare, il castello fu occupato dalle truppe francesi comandate da Napoleone in seguito all’invasione dello stato pontificio con il conseguente arresto di Papa Pio VII, prigioniero Oltralpe fino al 1814. In quel delicato momento storico per l’Italia, non ancora unita territorialmente, la Rocca divenne una caserma, adibita all’occorrenza anche a carcere. Proprio a questo scopo, fu aggiunto alla struttura esistente un ulteriore edificio nella parte settentrionale.

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Conclusa l’occupazione napoleonica, con la successiva unità d’Italia, la Rocca Pia mantenne la funzione di carcere mandamentale del neonato Regno italico. L’edificio è rimasto una prigione fino al 1960. Da allora non ha più avuto una precisa destinazione d’uso ed è tuttora chiusa al pubblico, un vero e proprio paradosso per coloro che si imbattono, quotidianamente, nella sua imponente monumentalità senza la possibilità di avvicinarsi per visitare un luogo davvero affascinante.

 Alessandro Bianchi

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