La Fiat Uno Turbo, un’auto sempre in forma

Quando parla della sua Fiat Uno Turbo gli brillano gli occhi: “l’ho comprata 27 anni fa appena diciottenne, è stata la prima macchina che ho avuto, ancora oggi ogni volta che la guido è un’emozione.” Amante dei motori sin da bambino, pur avendo seguito le orme del padre nella ristorazione, Patrizio non ha mai rinunciato alla sua passione, anzi ha contagiato tutta la famiglia: le domeniche a casa Molinaro si trascorrono con belle gite sul Quad insieme ai due figli Matteo, 15 anni, e Guilia, 12 anni. Questa per tutti loro sarà una settimana speciale, perché dopo 3 anni ferma in garage per modifiche e riparazioni, la “Uno” è finalmente pronta a ritornare in pista…
Patrizio dopo 3 anni potrai rimetterti al volante della tua Fiat Uno Turbo, come ti senti?
Non vedo l’ora! Sono tre anni che aspetto questo momento, per me significa riprovare delle emozioni che solo la mia auto sa regalarmi, sentirmi di nuovo come la prima volta che l’ho guidata, 27 anni fa. Sono anche curioso di provarla in pista e vedere come funzionano le nuove modifiche…
Perché sei così legato a quest’auto?
Perché rispecchia il mio carattere e il mio modo di guidare, la sento parte di me: mi piace avere una macchina scattante, sentire la potenza del motore e guidarla non mi annoia mai, ho fatto anche lunghi viaggi con pause brevissime. Oltre alle sue caratteristiche tecniche la mia “Uno” è importante anche per il significato affettivo, mi ricorda tante avventure e il ragazzo un po’ scapestrato che ero.
Un viaggio importante che hai fatto con la tua Uno?
Sicuramente il più importante è stato il tragitto Roma-Venezia insieme a mia moglie Laura, all’indomani del matrimonio per imbarcarci sulla crociera che era il nostro viaggio di nozze. In tutto il viaggio ci siamo fermati una volta sola: partiti alle 4:45 di mattina alle 8:30 eravamo pronti a fare il check in. Ovviamente all’epoca non c’erano i tutor! (ride ndr).
 È un’auto con un motore piccolo ma potente…
Esatto. E’ affidabile ma non facile da guidare perché è sottosterzante, se vuoi portarla al limite devi conoscerla bene altrimenti rischi di farti davvero male. Quando è uscito questo modello andava a ruba, erano “le piccole bombe degli anni ‘80” e hanno fatto la storia. Oggi è una macchina che comincia ad essere ricercata nell’ambito motoristico, in buone condizioni può valere anche 12.000 o 15.000 euro. Io all’epoca la pagai 9 milioni di lire, ma per me non ha valore, non la darei neanche per una cifra altissima. È un pezzo di me, un giorno la lascerò a mio figlio che spero la tenga con altrettanto riguardo.
Quali sono i tuoi segreti per mantenerla in perfetto stato dopo quasi trent’anni e quali modifiche hai apportato?
Il mio segreto è la manutenzione continua: soprattutto se viene sfruttata in un certo modo la macchina va continuamente controllata, acqua, olio motore, freni, sospensioni, sostituzione dei pezzi più fragili o soggetti a rovinarsi. È importante anche conoscere bene la vettura, cercare il limite ma non superarlo più di tanto per evitare di causare danni irreversibili. Le modifiche sono state fatte rimanendo nella cilindrata originale: cambiare la turbina per una più grande, alleggerire l’albero motore, rafforzare la frizione per supportare la maggiore potenza. Ho usato anche altri piccoli accorgimenti come le branzine trimetalliche usate nelle auto da corsa (perché sopportano sollecitazioni maggiori) e il sistema Intercooler per raffreddare l’aria del motore aumentando la potenza e facendolo lavorare meglio.
Quali sono gli spazi che riservi alla tua passione per i motori?
Un momento che dedico alla mia passione sono i “Track Days” organizzati sulle piste di Vallelunga e Isam ad Anagni. Ogni volta che c’è la possibilità mi prenoto per due turni di pista (ognuno dura 20 minuti) e do libero sfogo alla mia guida sportiva, tocco anche i 170 o i 180 nella pista di Vallelunga. Penso che sia una esperienza meravigliosa e un’opportunità per gli amanti della guida sportiva, una valvola di sfogo per superare i limiti che giustamente sono imposti dalle norme stradali.  Le domeniche organizzo spesso gite con il Quad in zona, a Monte Guadagnolo, Monte Tuscolo o al lago di Castel Gandolfo, insieme ai miei figli sono l’occasione per trascorrere bellissime domeniche in famiglia.
Hai contagiato anche loro!  
Si è appassionato molto mio figlio Matteo, che ha ricevuto il suo primo mini Quad per la prima comunione e sta per prendere il patentino per guidare il Polaris Autalov del 2007 che abbiamo comprato l’anno scorso. Giulia è un po’ meno appassionata di motori ma si diverte comunque molto con il miniquad del fratello che ora è passato a lei. L’unica che non ho “contagiato” è mia moglie Laura, che ogni tanto si preoccupa per la mia guida sportiva, ma dopo tanti anni ha accettato la mia passione ! (ride ndr).

Di Elena Giovannini

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.