GUIDONIA – Case comunali, invalido vuole illuminare il box auto a sue spese: nessuno risponde

“Da sette mesi in Comune mi fanno girare come una trottola da un ufficio all’altro senza risultato”, si sfoga il 68enne. Il punto è molto semplice. A novembre Antonio Rossomanno presenta richiesta via mail all’Enel per una nuova fornitura di energia elettrica per usi diversi dalle abitazioni e l’Ente gestore gli fornisce il modulo da riempire con i dati precisi: data e luogo di nascita dell’intestatario, residenza, via e numero civico dell’immobile al quale fornire la corrente, ma soprattutto il nome della società costruttrice, il numero e la data di rilascio del permesso di costruire. “Un rebus – commenta l’invalido – A me è il Comune che ha assegnato casa, per cui sempre il Comune deve fornirmi questi dati”. Così, tra novembre e dicembre, Rossomanno si è presentato per la prima volta in Municipio, convinto di risolvere la pratica. “All’inizio i dipendenti mi hanno riso in faccia – attacca il pensionato – Poi mi recai al Centro commerciale La Triade a Colle Fiorito e sono riuscito a parlare col dirigente ai Lavori pubblici Marco Simoncini, che a sua volta mi suggerì di chiedere informazioni all’Ufficio Urbanistica a piazza Matteotti. Peggio che andar di notte, perché mi hanno fatto girare vari uffici nessuno dei quali sapeva come risolvermi il problema”. A quel punto, il 19 gennaio Antonio Rossomanno ha deciso di protocollare una nota scritta al dirigente Simoncini, ribadendo di avere necessità di avere la corrente perché a suo tempo, all’epoca delle assegnazioni delle case popolari, nessuno se ne interessò. “Oggi che necessita – ha scritto in sintesi il 68enne nella medesima nota alla quale ha allegato il modulo da compilare per l’allaccio – mi vengono negate alcune informazioni burocratiche, non capisco se per mancanza di conoscenza o di volontà. Enel vuole tali informazione per adempiere alla mia richiesta di nuovo allaccio, penso che un cittadino che paga le tasse ha diritto a fare tale richiesta in un Comune che si rispetti. Spero che con questa nota si risolva il quesito e che mi si restituisca fiducia nelle istituzioni”. Ma chi di speranze vive, disperato muore, recita un vecchio proverbio. “Sono passati tre mesi – conclude Rossomanno – farò l’ennesimo tentativo in settimana, dopodiché vado dai carabinieri e denuncio”. (ma. sa.)

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