TIVOLI – “Cosa Nostra Tiburtina”, 4 secoli di galera per 32 imputati

Maxi-processo nell’aula bunker di Rebibbia, la Procura Antimafia: “Associazione a delinquere finalizzata allo spaccio, ma non aveva le armi”. I magistrati vogliono condannare i “capi piazza” a 30 e 24 anni

Trecentonovantotto anni di carcere per 32 imputati per associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti.
E’ la richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nel processo col rito ordinario alla cosidetta “Cosa Nostra Tiburtina”, la gang che controllava le piazze di spaccio di Tivoli e Villanova, malmenava chi sgarrava e puniva gli “infami”, un’organizzazione smantellata l’8 marzo di un anno fa dai carabinieri con l’arresto di 45 persone.
Giovedì 5 dicembre nell’aula bunker di Rebibbia davanti al Collegio presieduto da Nicola Di Grazia e composto dai giudici Antonio Ruscito ed Emanuela Maria Francini, il pubblico ministero della Dda Luigi Fede nella sua requisitoria ha richiesto pene severissime per quella che considera un’associazione a delinquere strutturata con un capo, i luogotenenti, i pusher, le vedette, le “rette”, gli intermediari e i picchiatori.
Condanna record a 30 anni di reclusione senza attenuanti generiche è stata proposta nei confronti di Cristian D’Andrea, 37enne tiburtino doc, detto “Bixio”, precedenti per droga, organizzatore dei pusher attivi sulla piazza di Tivoli, ritenuto uno dei luogotenenti di Giacomo Cascalisci, il pregiudicato residente a Cesurni morto il 26 agosto 2018 nel Reparto detentivo dell’ospedale Molinette di Torino, ritenuto a sua volta il boss della cosidetta “Cosa Nostra Tiburtina”.
Altra maxi-condanna a 24 anni di reclusione senza attenuanti generiche è stata richiesta dal pm della Dda nei confronti di Massimo Piccioni, 26 anni di Villanova trapiantato a Cesurni, anche lui noto alle cronache giudiziarie per reati legati al traffico di stupefacenti e considerato il “capo piazza” della droga nel suo quartiere d’origine.
Le prossime udienze in aula bunker dedicate alle discussioni da parte delle difese sono fissate per lunedì 16 e giovedì 19 dicembre: in quest’ultima data è prevista la sentenza.
Non usa troppi giri di parole l’avvocato Alessandro Marcucci, difensore di Massimo Piccioni: “Una richiesta abominevole per 32 imputati di uno spessore criminale da ladri di galline”.

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