Immagina tra 30 anni: Uomo virtuale ….. Cyborg

Diventare Cyborg per un giorno come i personaggi del film viaggio allucinante, o come NDR-113 (Andrew per gli amici) di Isaac Asimov nel suo libro ‘L’uomo bicentenario’ L’iniziativa promossa nell’ambito delle celebrazioni per i 500 anni dalla morte di Leonardo Da Vinci.

I cyborg sono fra noi

Un po’ uomini e un po’ macchine, sono già con noi e sono in parecchi. Secondo l’AFP (agenzia stampa francese) sono già oltre tremila nel 2019, gli svedesi che hanno impiantato un chip nella mano: sono dei veri e propri cyborg. E un articolo dell’Economist di agosto 2018 ci informa che le Ferrovie nazionali Svedesi sono già in grado di “riconoscerli” e di avviare in automatico il pagamento dei ticket. Questi chip servono per aprire porte, effettuare pagamenti e sono in grado di raccogliere dati sul nostro corpo e salute come oggi facciamo con i normali braccialetti da fitness. Sembra che ci aiutino a vivere che aumentino la nostra sicurezza, in realtà sono dispositivi hackerabili a disposizione dei predatori di dati, la merce più ricercata nel 2050. Il primo cyberg in reatà nacque con l’impianto del primo pacemaker dispositivi sempre più sofisticati in grado di tenere una persona il vita. La differenza nel 2050 con oggi è che saranno collegati al nostro cervello.Già oggi in Cina ci sono sperimenti in tal senso.

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Come funzionano i Chips

Ed oggi, nel 2019, siamo pronti ad affrontare il cambiamento da uomini a cyborg? Il suo nome è Chip RFID, dove RFID significa Radio Frequency IDentification, ovvero identificazione a radiofrequenza. Questo chip, che con una semplice iniezione potrà essere impiantato sottopelle, può contenere tutte le nostre informazioni personali, dati anagrafici, coordinate bancarie, indirizzo di casa e tutto quello che la persona deciderà di memorizzare al suo interno. Il chip non ha una batteria o una fonte di alimentazione. È un microchip passivo, il che significa che non fa nulla finché non interagisce con un dispositivo di lettura. Si tratta cioè di dispositivi che emettono frequenze radio riconosciute da altri dispositivi con i quali sono in grado di comunicare.

I pro e i contro

In positivo c’è che non servirà mai più, ad esempio, esibire un documento di identità per verificare chi siamo. Potremo collegare le nostre carte di pagamento, così da non aver più bisogno di un portafogli. Non avremo più bisogno di cercare disperatamente le famigerate chiavi che scompaiono sempre nel momento del bisogno. Da quando avremo il nostro chip sottopelle, tutti i nostri spostamenti, pagamenti, orari e quant’altro saranno alla mercé di chiunque possa hackerare il sistema di sicurezza. Un po’ come già accade oggi utilizzando in maniera errata social network e simili, ma con l’aggiunta di non poter in nessun modo disattivare il dispositivo, se non eliminandolo fisicamente dal nostro corpo.

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Impianto di elettrodi per eliminare tossicodipendenza e depressine

Il trattamento si chiama DBS (Deep Brain Stimulation). Lo stimolo elettrico guidato da un tablet nelle mani del dottore influenza la psicologia del paziente, lo fa sentire tranquillo oppure agitato, o felice: Il Ruijin Hospital di Shanghai pratica da tempo il DBS per curare la sindrome Tourette (tic motori e della voce), anorressia e depressione. L’operazione in Cina costa 25mila dollari; negli Usa costerebbe 100mila dollari. Il primo impianto di elettrodi è stato effettuato nel cervello di un paziente per eliminare la sua tossicodipendenza.Il trattamento, chiamato DBS (Deep brain stimulation) è stato finora usato per trattare malattie legate ai movimenti di pazienti affetti da Parkinson. Ma in Europa e negli Stati Uniti questi esperimenti risultano difficili perché sono rari i pazienti che vi si vogliono sottoporre e perché vi sono limiti etici imposti dai governi.

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