TIVOLI – Ha fatto nascere 11 mila bambini, addio alla “Cicogna Tiburtina”

Gigliola Timperi tra gli anni 50 e 70 assisteva le gestanti in Lambretta
Sposa a 15 anni, mamma a 17: se ne va una femminista ante litteram entrata in casa di tanti tiburtini

Si definiva una femminista ante litteram. Sposa bambina a soli 15 anni, mamma a 17, separata poco più che ventenne, un secondo matrimonio alla soglia dei 50 anni, in mezzo un percorso di studi col massimo dei voti, una figlia che a suo dire le avrebbe fatto da genitore e una carriera da ostetrica libero professionista degna del miglior libro di narrativa.
Per tutti Gigliola Timperi era la “Cicogna Tiburtina”, la levatrice che ha assistito qualcosa come 11 mila donne in gravidanza facendole partorire, undicimila neonati venuti al mondo tra le sue braccia.
Martedì 3 dicembre Gigliola si è spenta all’età di 91 anni con una mano nella mano della figlia, la docente Maria Luisa Angrisani, e l’altra sull’amata Megghy, il cane meticcio di 13 anni che l’ha vegliata durante l’agonia e che oggi risente della sua scomparsa.
Con la “Cicogna Tiburtina” se ne va non soltanto un personaggio, un’istituzione per i nati tra gli anni Cinquanta e la metà degli anni Settanta, quando lei arrivava in Lambretta per assistere le gestanti.
Se ne va un pezzo di storia di quando si partoriva in casa, anche per questo al funerale celebrato nella chiesa di San Francesco hanno presenziato il sindaco Giuseppe Proietti insieme ad alcuni consiglieri comunali e all’ex vice comandante della Polizia locale Enrico Cococcia, il primo bambino che l’ostetrica fece nascere il 9 settembre del 1952, mentre il Vescovo Mauro Parmeggiani ha trasmesso un messaggio per la figlia e i nipoti Giovanni e Isabella Sanfilippo.
Nata il 25 febbraio 1928 a Quintiliolo nella villa Osti-Giambruni, Gigliola Timperi era figlia unica di Giuseppe potatore e Domenica casalinga, marito e moglie che a dicembre del 1926 avevano già perso due figlioletti nel giro di un mese per un’epidemia di tifo che sconvolse Tivoli uccidendo tanti bambini.
Diplomata all’Istituto commerciale di via del Collegio distrutto sotto i bombardamenti il 26 marzo 1944, laureata con 50/50 al corso triennale della scuola di Ostetricia dell’Università “La Sapienza” di Roma, dopo un anno di specializzazione iniziò a lavorare a pieno regime vivendo a casa coi genitori.
Una presenza costante quella di papà Giuseppe e mamma Domenica nella vita di Gigliola, che il 20 dicembre 1943 aveva già sposato l’ufficiale di Marina Domenico Angrisani, padre della sua unica figlia Maria Luisa, nata il 23 febbraio 1945.
Si conobbero che lei aveva 14 anni e lui venti, ma il matrimonio celebrato dall’allora vescovo di Tivoli Domenico Della Vedova fallì.
Gigliola amava raccontare di aver vinto 4 concorsi pubblici da ostetrica condotta ed era pronta a partire insieme alla figlia per lavorare nell’ospedale di Matera se non l’avesse trattenuta il padre, così restò a Tivoli a esercitare quella passione nata nel 1949 grazie al direttore dell’ospedale Ignazio Missoni, ex sindaco di Tivoli, che le suggerì di frequentare il corso di Ostetrica organizzato dalla Croce Rossa Italiana.
E amava raccontare dei sette anni in cui su una Lambretta si spostava tra Tivoli e la Valle dell’Aniene. “Giravo in Lambretta per due scopi – raccontò in un’intervista a Tiburno in occasione del suo 90esimo compleanno – usare i soldi che guadagnavo per far studiare mia figlia e comprare casa, rinunciavo pure al parrucchiere e mi facevo i capelli da sola con la camomilla Shultz”.
Vent’anni di professione e 11 mila bimbi fatti nascere in ogni casa, da quella umile della gestante operaia alla residenza della gran dama in travaglio, 11 mila neonati elencati in registri custoditi come reliquie.
“Il parto – disse nell’intervista del 2018 – è il momento più bello ed emozionante della vita. Li ho amati tutti e sono stata ripagata da tutti, quando esco e li incontro mi circondano d’affetto. Fino a pochi anni fa mi portavano i neonati, li pesavo e visitavo, il mio non è un lavoro o un mestiere, è un’esplosione di amore, entusiasmo e gioia.
Nella mia carriera ho anche consigliato i nomi dei bambini, ci sono state volte in cui i genitori volevano assegnare loro nomi singolari e io cercavo di dissuaderli dicendo che non mi prendevo la responsabilità di scriverli sul registro delle nascite”.
Gigliola Timperi è stata sepolta nel cimitero di Tivoli accanto a Enzo Cibecchini, il secondo marito sposato nel 1974 e deceduto nel 2006. Da quando era rimasta vedova la “Cicogna Tiburtina” aveva vissuto nella casa di via Paterno coltivando alberi d’olivi, accudendo otto gatti, due cani e la sua colombina bianca vissuta 30 anni e scomparsa nel 2018.
“Cos’è la vita? – concluse Gigliola la sua intervista per i suoi 90 anni – E’ stata un’avventura bellissima, rifarei tutto daccapo per rivivere il capolavoro di figlia che ho, il capolavoro di lavoro che ho svolto, il capolavoro del mio carattere grazie al quale ho saputo godere delle cose più semplici”.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - Assistenza Domiciliare, operatori assunti da un'agenzia interinale

 

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.