Tivoli – “Cosa Nostra Tiburtina” , 30 condannati. Ma due erano innocenti

Per 23 imputati riconosciuta l'accusa di associazione a delinquere, restano dentro. In sette condannati per piccolo spaccio: tutti liberi

Ventinove condanne e tre assoluzioni.  È in sintesi il verdetto emesso dal Tribunale di Tivoli nel  processo alla cosiddetta “Cosa Nostra Tiburtina”, la gang che controllava le piazze di spaccio di Tivoli e Villanova, malmenava chi sgarrava e puniva gli “infami”. Alle 17, dopo quasi 8 di camera di consiglio,  il Collegio presieduto da Nicola Di Grazia e composto dai giudici Antonio Ruscito ed Emanuela Maria Francini ha letto il dispositivo di sentenza ridimensionando l’ipotesi dell’accusa : soltanto nei confronti di 23 su 32 imputati è stata riconosciuta l’accusa di far parte di un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, irrorando pene da un massimo di 18 a 6 anni e 8 mesi, mentre altri 6 sono stati condannati  per spaccio a pene da un minimo di 6 mesi fino ad un massimo di 4 anni e mezzo e per loro è stata disposta la liberazione se non detenuti per altra causa. I giudici hanno assolto tre imputati, uno di Setteville Nord, uno di Castel Madama, concedendo i domiciliari ad uno dei 23 condannati per associazione.

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 I giudici hanno condannato i due imputati considerati come promotori a pene drasticamente inferiori rispetto alle richieste della Direzione Distrettuale Antimafia: 18 anni di galera per Christian D’Andrea contro i 30 proposti dal PM della DDA Luigi Fede, 16 di reclusione per Massimo Piccioni, contro i 24 richiesti dai magistrati dell’Antimafia.

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