GUIDONIA – Covid-19, anziana grave in ospedale: niente tampone per il marito e la sorella

L’appello disperato all’Asl Roma 5 da parte di Paolo Coccia alle prese con la cognata 93enne non deambulante: “Senza badante non può scendere dal letto, ma in casa non viene nessuno per paura del contagio”

Paolo Coccia ha 70 anni, abita a Setteville di Guidonia e per 40 ha lavorato presso la Asl Roma 5. Oggi l’ex radiologo si ritrova con la moglie 83enne ricoverata da martedì 24 marzo al Policlinico Tor Vergata, intubata a causa di una polmonite interstiziale e positiva al Coronavirus, eppure da allora l’Azienda sanitaria di Tivoli per la quale ha lavorato sembra averlo abbandonato.
Da stamane, venerdì 27 marzo, per timore del contagio lo ha abbandonato anche la badante che si prendeva cura della cognata 93enne invalida grave e non deambulante convivente insieme a Paolo e alla moglie Silvana Salucci, attualmente impegnata nella lotta contro il Covid-19 che il pensionato non ha più visto da domenica sera 22 marzo, quando un’ambulanza l’ha trasportata al pronto soccorso dell’ospedale “San Giovanni Evangelista” di Tivoli.
Paolo Coccia definisce il suo un caso di Malasanità, di ritardi e omissioni.
“Attraverso le mail – spiega il 70enne ex consigliere e assessore comunale a Guidonia Montecelio – ho chiesto al Dipartimento di Prevenzione Salute e all’Ufficio Prevenzione Covid della Asl Rm 5 oltre che al nostro medico di famiglia di essere sottoposti a tampone io, insieme agli altri miei familiari conviventi, tra cui mia cognata invalida grave, ma dopo tre giorni non mi ha ancora contattato nessuno. Senza la rassicurazione di non essere contagiati, nessuna badante viene in casa a prendersi cura di lei che non può scendere nemmeno dal letto per andare in bagno.
Sono disperato e non so come fare”.

L’APPROFONDIMENTO DELLA STORIA SU TIBURNO IN EDICOLA MARTEDI’ 31 MARZO

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