GUIDONIA – “Io, in prima linea, con le paure di tutti: rispettate le prescrizioni e ne usciremo”

Intervista al sindaco Michel Barbet, dagli interventi per arginare il Covid-19 e le speranze comuni: "Nelle difficoltà sappiamo tirare fuori il carattere ed affrontare i problemi con coraggio. Ce la faremo come italiani e come guidoniani"

Michel Barbet è sindaco di Guidonia Montecelio da giugno del 2017.
Sindaco Barbet, a Guidonia Montecelio si è registrato il numero più alto di positivi al Coronavirus. Che idea si è fatto? C’è qualche ragione particolare che può aver alimentato il focolaio?
Siamo la Città più grande della provincia con quasi 100 mila abitanti, esclusa Roma ovviamente, ed al momento abbiamo 49 casi sul nostro territorio.
Per questo credo che non sia corretto parlare di focolaio a Guidonia Montecelio, in quanto in percentuale con il numero di abitanti, i contagiati non sono molti rispetto ad altri comuni. Dobbiamo comunque mantenere al massimo l’allerta e non abbassare mai la guardia perché la situazione è ancora in evoluzione.
I primi contagi ci sono stati nei giorni in cui non erano state introdotte le misure restrittive del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri (DPCM) dello scorso 11 marzo e calcoliamo, inoltre, il periodo di incubazione che in media dura 5 giorni e, quindi, anche i contagiati odierni derivano dai primi giorni di chiusura totale. Ora i cittadini stanno capendo che per il loro bene è necessario restare a casa e ridurre allo stretto necessario le uscite.
La Asl non comunica ai sindaci le generalità dei contagiati. L’Anci si batte per la trasmissione dei dati sensibili. Qual è la sua opinione? Aiuterebbe a gestire la situazione o alimenterebbe solo una caccia all’untore?
Bisogna fidarsi del lavoro della Asl e dei medici, che in presenza di casi accertati sanno come agire sia sulla persona contagiata, che sui suoi contatti. Penso che rivelare pubblicamente le generalità di un soggetto contagiato dal Coronavirus sia sbagliato. Amici, parenti, colleghi di lavoro e tutti i soggetti con cui la persona è entrata in contatto vengono prontamente informati e sanno quindi come agire.
In un momento difficilissimo come questo bisogna mantenere calma e razionalità, rivelare pubblicamente che tizio o caio ha il Coronavirus, ledendo anche la privacy del soggetto malato, creerebbe un inutile allarmismo. Comunque a breve ci aspettiamo di avere i dati dei soggetti contagiati dalla Asl per gestire al meglio la situazione che, comunque, per i motivi citati in precedenza non divulgheremo.
A oggi le risultano ancora molte persone che non si comportano correttamente infrangendo le prescrizioni del DPCM?
Ci sono ancora dei casi che ci vengono segnalati dai cittadini e dalla Polizia Locale di soggetti che non rispettano le prescrizioni del DPCM. Fortunatamente sono in forte diminuzione perché, come ho già detto, i cittadini stanno capendo come comportarsi.
Io stesso mi sono recato insieme alla Polizia Locale a Villalba, Villanova e Montecelio e ho riscontrato pochi casi di inadempienza al DPCM. Abbiamo dei cittadini consapevoli, che stanno capendo come ci si deve comportare in questa situazione.
Alcuni Comuni stanno procedendo alla sanificazione delle strade e dei luoghi pubblici. Alla fine si è convinto anche lei: perché?
Ho preferito consultarmi prima con l’Asl Roma 5, così da evitare inutili interventi e per utilizzare prodotti realmente utili alla criticità del caso. La sanificazione che stiamo attuando in questi giorni a Guidonia Montecelio, infatti, segue tutte le prescrizioni della Asl.
Quali misure avete adottato invece per contrastare l’epidemia?
A livello di misure restrittive ho emesso diverse ordinanze volte a limitare le possibilità che si formino assembramenti di persone che, come ormai sappiamo, sono le prime cause della diffusione del contagio. Con queste ordinanze ho chiuso l’isola ecologica, ho imposto la chiusura notturna dei piccoli esercizi commerciali (prima che la Regione Lazio emettesse la chiusura di tutti i negozi alle 19 in settimana ed alle 15 di domenica) e la chiusura dei parchi. Anche i servizi comunali sono stati notevolmente ridotti.
Non ci sono, però, soltanto le misure restrittive, i cittadini vanno aiutati in un momento così difficile. Abbiamo attivato il servizio “Non sei solo”, in collaborazione con la Croce Rossa, per la consegna dei farmaci e della spesa a domicilio; insieme ai commercianti abbiamo lanciato l’iniziativa “Resta a casa” con la consegna gratuita della spesa a domicilio ed è partito il supporto psicologico telefonico organizzato con la Protezione Civile e le dottoresse Alessandra Andò, Annamaria D’Agapito, Serena Tripoli e Valentina Russo.
Ho attivato il Centro Operativo Comunale che risponde telefonicamente a tutte le esigenze dei cittadini.
Come sta gestendo il lavoro degli impiegati. Quanti lavori da casa, quanti servizi riescono comunque a essere garantiti.
La maggior parte dei nostri dipendenti lavora in smart working perché anche per loro, come tutti, c’è il rischio di contagio. Abbiamo lasciato aperti al pubblico l’Ufficio di Stato Civile per la registrazione della nascita e dei decessi, uno sportello per l’anagrafe inerente i servizi essenziali ed indifferibili, entrambi nella sede centrale di Piazza Matteotti, 20; gli sportelli nei quartieri di Villanova in Via Mazzini 5 e Setteville in Via Todini 95 per il rilascio delle carte d’identità già prenotate comunque urgenti ed indifferibili.
Abbiamo montato le vetrate agli uffici: anagrafe, stato civile, Urp, elettorale, al Tiburtino ed a Villalba che serviranno per proteggere i dipendenti ma anche i cittadini che usufruiranno dei servizi comunali. Per tutti gli altri servizi comunali abbiamo fornito i numeri di telefono e gli indirizzi mail ai quali sono reperibili gli addetti comunali. In questa fase invito comunque i cittadini a non recarsi in Comune ,se non per motivi di indifferibile necessità.
Lei personalmente come sta passando queste giornate a lavoro e in casa. Paure?
A lavoro sto cercando di limitare al massimo gli incontri di persona, prediligendo in questa fase le videoconferenze. Ovviamente non posso stare a casa perché, come è giusto che sia, in questi momenti un Sindaco è in prima linea compreso il sabato e la domenica ed è quello che sto facendo.
Quando rientro a casa, venendo dall’esterno, cerco di utilizzare tutte le precauzioni per non essere un pericolo per la mia famiglia. Anche se fuori di casa sono molto attento, ovviamente sono la persona più esposta al contagio in casa. Siamo esseri umani, la paura è presente non si può nascondere questo. Credo che la cosa fondamentale sia seguire scrupolosamente le norme ed i divieti imposti in questo momento.
Bar, palestre, professionisti e altre attività del territorio rischiano di rimanere in ginocchio da questa crisi. In che modo un’amministrazione locale può sostenerle oggi e per il futuro?
Come Amministrazione Comunale metteremo in campo tutto ciò che è in nostro potere per aiutare le attività commerciali presenti sul territorio. Consideriamo che stiamo ancora seguendo il piano di riequilibrio finanziario approvato dalla Corte dei Conti e dal Ministero dell’Interno con prescrizioni finanziarie molto stringenti che, però, ci hanno consentito di evitare il dissesto finanziario del nostro Comune. Il mio auspicio e mi batterò per questo è che, alla luce di questa difficilissima situazione, le autorità centrali ci lascino la possibilità di aiutare cittadini e commercianti.
Una riflessione generale sul Coronavirus e il nostro Paese. Ne usciremo a pezzi o rafforzati?
E’ una prova dura, difficile ed inaspettata per tutti, quindi non è prevedibile capire quando finirà e come ne usciremo. Dal punto di vista economico ci saranno delle ripercussioni, anche se il Governo Nazionale sta intervenendo per limitare il più possibile i danni.
Penso, però, che quando usciremo da questa situazione ci sarà una gran voglia di rinascita ed anche la semplice azione di prendere il caffè al bar assumerà un sapore nuovo e diverso. Sarà difficile anche psicologicamente tornare alla normalità ed alla vita di tutti giorni, ma sono sicuro che ripartiremo e dopo questo momento affronteremo con più forza e determinazione le difficoltà della vita.
Perché il Virus dovrebbe rafforzare uno spirito unitario che è mancato negli ultimi anni?
Voglio rispondere in modo personale a questa domanda. Tutti sanno che io sono nato in Francia e 40 anni fa mi sono trasferito in Italia. Ho fatto una scelta di vita perché mi sono innamorato dell’Italia e degli italiani, forse siamo meno nazionalisti di altri Paesi come, appunto, anche la Francia, ma nelle difficoltà sappiamo tirare fuori il carattere ed affrontare i problemi con coraggio. Ce la faremo come italiani e come guidoniani.

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