Da quando è scoppiata l’emergenza restare a casa è la parola d’ordine, ma c’è chi una casa non ce l’ha: sono tante le persone senza fissa dimora nelle nostre città, invisibili, sole, spesso con storie e vite difficili alle spalle.
Vite che l’emergenza Covid-19 ha reso ancora più fragili: negli ultimi tre mesi a Monterotondo sono morte tre persone senza fissa dimora. Si chiamavano Giovanni, Vassili e Vasile. L’ultimo, cinquantaseienne, è stato trovato il 24 aprile dai Carabinieri di Monterotondo in via salaria 123. Negli ultimi anni sono stati 7 i decessi. “un grido di dolore” come scrive la Comuntià di Sant’Egidio Monterotondo nel comunicato diffuso sulla sua pagina Facebook.
Al fianco di queste persone lavora ogni giorno la Rete Solidale coordinata dal Comune di Monterotondo e dalla Protezione Civile che coinvolge 15 associazioni di volontariato.
Tra queste c’è la Comunità di Sant’Egidio, che ogni settimana consegna pacchi alimentari a 15 senza fissa dimora e da dicembre ha attivato un centro di accoglienza in Via Edmondo Riva, dove sono ospitati 8 senza fissa dimora.
Li abbiamo accompagnati in una serata di consegne dei pacchi alimentari e i volontari ci hanno raccontato le loro storie. Storie di persone normali che nella vita sono studenti, casalinghe, impiegati, che trovano il tempo di aiutare gli altri.
il servizio in edicola martedì 5 maggio su Tiburno