Nasce nella base di Guidonia il volo supersonico

L’aeroporto realizzato nel 1916 e dedicato al tenente Colonnello pilota Alfredo Barbieri eroicamente caduto in combattimento, è sempre stato uno dei centri di ricerca più importanti del nostro Paese in materia di studi aeronautici. In questa fervente base dedicata storicamente alla ricerca, nel collaudo di un paracadute, ha perso la vita il Generale Alessandro Guidoni, fondatore e Capo del Genio Aeronautico, esperto pilota di idrovolanti. Era il 27 aprile del 1928.

Il tragico incidente dell’ardito milite ha dato il nome alla cittadina sorta intorno alla base militare: Guidonia. L’attività di sperimentazione avvolgeva tutti i campi dell’aviazione, medicina, record di velocità ed altezza passando per strumenti e motori. La struttura ha ospitato anche una galleria idrodinamica, è un ramo della meccanica applicata ai fluidi, le rotaie livellate per seguire la curvatura terrestre, ben sei gallerie del vento e una galleria ultrasonica, che era decisamente la più evoluta per importanza e dimensioni. Era certamente la migliore del globo, in quel periodo, dato che al suo interno si poteva raggiungere la sbalorditiva velocità di 2500 km\h. Le basi per il volo supersonico sono state gettate proprio a Guidonia, anche se in quegli anni tali velivoli venivano definiti “ultrasonori” anziché “supersonici”, non esisteva ancora quest’ultima parola. Attualmente, la maggior parte dei veicoli spaziali, tra cui lo Space Shuttle, viaggiano a regimi supersonici e anche le munizioni delle armi da fuoco moderne sono supersoniche, con i proiettili dei fucili che spesso raggiungono velocità prossime a “Mach 3”. Tutto ciò è nato grazie alla genialità dei ricercatori italiani, presenti all’interno della base militare laziale.

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di Fernando Giacomo Isabella

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