Da Cretone al Mondiale sfiorato, Marchionni: "Sempre legato al mio territorio"

Da Cretone al Mondiale sfiorato, Marchionni: “Sempre legato al mio territorio”

di Valerio De Benedetti

Una carriera ricca di soddisfazioni, indossando maglie importanti. I primi calci al pallone nella sua casa a Cretone, un’infanzia felice vissuta fra Castelchiodato e Monterotondo. Da quei giorni però, di tempo ne è passato, e quel ragazzo di strada ne ha fatta parecchia. L’Empoli, il Parma, la Juventus, la Fiorentina, ma soprattutto la maglia della Nazionale, con il quale sfiorò la convocazione al Mondiale del 2006 che ci consacrò campioni del Mondo per la quarta volta. Marco Machionni prese parte a quella spedizione in Germania come riserva, il suo momento non arrivò, ma quei giorni rimarranno comunque sempre impressi nella sua testa. Oggi, a due anni di distanza dal suo ritiro dal calcio giocato, Marchionni è il vice-allenatore della Carrarese, che guida insieme a Silvio Baldini. Tante le ambizioni, i sogni e i progetti nella sua nuova veste, sperando un giorno di poter tornare a calcare i palcoscenici più importanti.

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L’INTERVISTA COMPLETA NELL’EDIZIONE CARTACEA E DIGITALE DI TIBURNO DEL 19 MAGGIO 2020

Dichiarazioni in pillole

“Sempre legato al mio territorio. Oggi sogno palcoscenici importanti da allenatore”

“Seguo ancora le squadre di Monterotondo, mi auguro possano salire di categoria”

“Juve, che peccato. Firmai con la squadra più forte d’Europa, pochi mesi dopo eravamo in Serie B per Calciopoli”

“Baggio il mio idolo. Nedved e Del Piero? È Di Natale il più forte con cui ho giocato”

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