Si tratta di altra specie di lepidottero, le cui larve nascono con la comparsa delle prime foglie e nel corso delle prime fasi di vita si calano dai rami, con sottili fili sericei, sulle parti sottostanti della pianta lasciandosi spesso trasportare dal vento per disperdersi anche a grande distanza. I bruchi hanno un aspetto molto particolare dovuto alla colorazione rosso e blu dei tubercoli dorsali, sono ricoperti di peli (solo lievemente urticanti) e raggiungono una lunghezza massima di circa 6/7 centimetri. Lo sviluppo larvale richiede un tempo variabile, dai 2 ai 3 mesi, al termine del quale, generalmente giugno/luglio, le larve si trasformano in crisalidi, sfarfallano e si riproducono deponendo le uova per la successiva generazione. Le larve sono potenti defogliatori e ciclicamente le popolazioni di questo lepidottero presentano dei picchi di crescita che provocano estese infestazioni con un attacco massiccio degli alberi, che vengono quasi del tutto defogliati. Nonostante l’aspetto estetico, la defogliazione non causa danni significativi alle piante del bosco che, durante il restante periodo estivo, recuperano anche se parzialmente la copertura fogliare.
Sebbene i bruchi non siano pericolosi per la salute delle persone, la peluria di cui sono ricoperti potrebbe risultare urticante in particolare per i soggetti sensibili, pertanto si sconsiglia il contatto diretto.
La Città metropolitana di Roma Capitale, Ente gestore, ha provveduto ad inviare una specifica segnalazione al Servizio Fitosanitario della Regione Lazio.