In periodo di Coronavirus, il concorso sulla pizza più buona si fa su Internet

L’idea di Fabio Sociani nata per gioco ha raccolto 270 partecipanti

L’emergenza Coronavirus ha stravolto le nostre vite e il nostro lavoro. C’è chi non si è perso d’animo e ha provato a reinventarsi, pensando di uscire anche in maniera diversa da questa crisi. È il caso di Fabio Sociani, 49 anni, che gestisce “Ciak che pizza” nella piazzetta he si trova a metà di via Brennero a Tor Lupara. Il maestro pizzaiolo nei giorni scorsi aveva lanciato un contest internazionale su Facebook per premiare la migliore pizza. Una sfida difficile per i concorrenti, ma anche per i giurati, visto che bisognava valutare la bravura dei pizzaioli basandosi sulle foto e sulla descrizione della lavorazione.

Fabio Sociani è padre di una bambina e di un bambino di due anni preso in affido lo scorso anno. In questo periodo si è distinto anche per l’iniziativa della pizza solidale.

In cosa consiste?

Nel periodo di emergenza Coronavirus, dalle 6 alle 7 di sera, ho dato la pizza gratuitamente a chi ne aveva bisogno. Erano i Servizi Sociali del comune di Fonte Nuova a segnalarmi le persone bisognose a cui andava consegnata. Poi si sono unite all’iniziativa anche altre associazioni come l’API (associazione pizzerie italiane) di Angelo Iezzi che faceva lo stesso a Roma e che nei giorni in cui c’era più bisogno veniva a darmi una mano anche a Fonte Nuova.

Perché lo hai fatto?

Perché sono un padre di famiglia anche io e penso che la ruota può girare per tutti.

Io penso che questo periodo ci abbia fatto capire l’importanza della solidarietà.

Che idea ti sei fatto? C’era parecchio bisogno tra la cittadinanza?

Sì e devo dire che ancora oggi molti mi incontrano per strada per e mi ringraziano.

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Il Coronavirus ha cambiato il suo modo di lavorare?

Sì, perché nei giorni di emergenza ho tolto il servizio al banco e mi sono inventato il “Ciak Drive”. In pratica per avere la pizza si poteva solamente scegliere tra la consegna a casa, oppure il ritiro nella pizzetta di fronte alla pizzeria. In pratica gli porto la pizza in macchina. Poi ho attivato alcuni sistemi di pagamento automatici come PayPal. Adesso che avrei potuto riaprire con il banco, ho deciso di lasciare tutto così.

Se me la chiedono al taglio al banco lo mando da Giuseppucci che è un amico.

Lo scorso anno hai organizzato un concorso per pizzaioli alle Terme di Cretone. Quest’anno il contest…

Sì, purtroppo è saltata anche il concorso che si doveva svolgere a giugno a Cinecittà World, dove c’erano in giuria l’ex calciatore della Roma Roberto Scarnecchia che oggi è diventato un grande chef, Andy Luotto presidente, Gabriele Marconi e molti altri.

Quest’anno avrei dovuto organizzare la seconda edizione alle Terme di Cretone. Lo scorso anno ci sono stati sessanta partecipanti da tutta Italia, con una giuria di professionisti. Vista l’impossibilità di organizzare, mi è venuta in mente l’idea di lanciare un contest su Facebook. È iniziato tutto per gioco a metà aprile e in pochi giorni il gruppo ha raccolto 2.700 adesioni. Poi ci sono stati 270 pizzaioli che hanno partecipato. La prima fase si basava su una selezione fatta sugli I Like. Poi i trenta più votati, che sono diventati trentuno per un pari merito, sono stati giudicati da una giuria di professionisti.

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Come si fa a giudicare una pizza senza assaggiarla?

È ovvio che dal vivo è tutta un’altra cosa, ma un professionista che da trent’anni fa questo mestiere è in grado di giudicare anche a distanza. Si riesce a capire la maturazione dell’impasto, se gli accostamenti degli ingredienti possano andare bene e così via.

Alla fine ha vinto Helena Pescino (nella foto), pizzaiola italiana che ora sta lavorando in Inghilterra e lo scorso anno stava in Australia. Ha realizzato una pizza Biga 100% costa d Amalfi, idro 70% con patate al forno, pomodorini rossi semidried, burrata, alici di Cetara e basilico.

Secondo classificato è arrivato Antonio Matera e terzo Lorenzo Carletti.

I giudici erano Marco Quintili, Luigi Ricchezza, Antonio Ricchezza, Marco Manzi, Paco Linus, Danilo Pagano, Angelo Petrone, Andrea Aringhieri, Luciano Carciotto, Pino Arletto e Angelo Iezzi.

Cosa ha stimolato il tuo estro di maestro pizzaiolo in questo periodo?

Ho sperimentato diverse pizze gourmet con farine particolari, riso venere e carota nera, con la curcuma, con la canapa, con il nero di seppia, con la spirulina. Sono impasti particolari che qui non fa nessuno e che non è facile usare a differenza della farina 00. Poi condisco con olio all’arancia, tartufo, datterini gialli, burrata e altro.

Una pizza ispirata al Coronavirus?

Sinceramente non darei a nessuna pizza questo nome, però posso dire che c’è voglia di aria nuova, di freschezza, di buttarsi alle spalle questo periodo. Quindi se ne devo scegliere una di questo periodo c’è la “pizza germano” che ho preparato con rucola, salmone, datterini gialli, pachino rossi e stracciatella, condita con olio all’arancio e pepe.

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