Al Santuario di Ercole Vincitore servizi bancari e tributi

Le ricchezze accumulate dal Santuario di Ercole Vincitore non sono immaginabili e quantificabili.

Al Santuario si offriva la “decima” di ogni guadagno percepito, spesa effettuata al suo interno e transizione. La “decima” si pagava in denaro oppure in natura, ad esempio il dieci per cento delle greggi. Altra fonte di guadagno erano i pellegrini, che portavano ricchezze: denaro, oro e argento. I visitatori avevano bisogno di mangiare, perciò, il Santuario offriva a pagamento i servizi. Altra fonte di guadagno erano i prestiti in
denaro, rivolti anche verso i pellegrini tramite servizi bancari.
L’amministrazione, era autonoma, gestiva anche le donazioni di politici, proconsoli, senatori e generali. In epoca tardo repubblicana e imperiale il flusso diretto verso il Santuario aumenta a tal punto da costruire campi di sosta e di smistamento per carri e mandrie. Ad aumentare le ricchezze sono soprattutto il prestito di denaro e il commercio di olio con l’Isola di Delo, uno dei centri più importanti del Mediterraneo. Dopo aver raggiunto l’apice sotto l’imperatore Adriano, le enormi ricchezze in vario modo sono prese, usurpate, donate e occupate.

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Così, con il trascorrere del tempo le attività del Santuario si riducono notevolmente e le enormi ricchezze diventano solo un ricordo legato al passato.

di Fernando Giacomo Isabella

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