Censis: italiani impauriti e boom del risparmio

È stato presentato il rapporto realizzato dal Censis con Assogestioni, associazione italiana del risparmio gestito, dal titolo “Il valore della diversità nelle scelte d’investimento prima e dopo il Covid-19”.

Quello che salta agli occhi? Il 68% degli italiani (che diventa addirittura 82,6% tra le fasce di popolazione più povere) ha molta paura per la situazione economica famigliare e vince la cautela nelle mosse finanziarie, anche se si tratta di persone che hanno un reddito sicuro (tipo dipendenti statali, pensionati, lavoratori del settore privato non in cassa integrazione o congedo parentale). Durante il lockdown, sostiene il rapporto, il 38,9% di questa tipologia di italiani ha incrementato il proprio risparmio, un ‘risparmio forzoso’, nato da continuità nelle retribuzioni e tagli nei consumi.

Il boom di liquidità nei conti correnti parcheggiati per quarantena è aumentato di 34,4 miliardi di euro nei tre mesi più neri dell’epidemia (febbraio-aprile): una cifra quasi uguale al valore del Mes per l’Italia di cui oggi tanto si discute. Si tratta di risorse che si sommano ai 121 miliardi di euro di liquidità aggiuntiva accumulata negli ultimi tre anni, prima dell’esplosione dell’epidemia (+8,4% in termini reali nel triennio): una cifra pari a nove volte le risorse del Piano Marshall destinate al nostro Paese per la ricostruzione del dopoguerra rapportate ai valori attuali.  Se il trend proseguirà allo stesso ritmo del triennio trascorso, nel 2023 ci saranno altri 135 miliardi di liquidità aggiuntiva per le famiglie, considerata lo strumento principale per la propria protezione.

E come la si vorrebbe investire? Divisione sui titoli di Stato: il 43,7% degli italiani li comprerebbe, il 51,3% no, il 5% è incerto. Buona la propensione all’acquisto di strumenti finanziari basati su criteri di investimento responsabile e sostenibilità cui è interessato oltre il 52% degli italiani campioni della ricerca.

 

 

 

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