Tivoli rugby

Tivoli Rugby senza campo: la “lenta” burocrazia ne mette a rischio il futuro

di Valerio De Benedetti

Un futuro incerto per una società storica, punto di riferimento locale per chi ama il rugby. La Tivoli Rugby rischia di non iscriversi al campionato di Serie C la prossima stagione e di lasciare “a piedi” tanti ragazzi della zona. Il motivo? La mancanza di una casa, sia per gli allenamenti che per le partite. Finora la rappresentativa amarantoblu aveva usufruito dell’impianto di Rocca Bruna. Un impianto privato concesso gratuitamente alla società rugbistica. Peccato che il campo in questo momento non sia utilizzabile. Ha bisogno di diversi lavori di manutenzione, dopo anni in cui quest’ultima non c’è stata. La Tivoli Rugby non ha le risorse economiche per effettuarli, il Comune non può intervenire in quanto non si tratta di un bene proprio.

Ne abbiamo parlato con Maurizio Piervenanzi, presidente della società tiburtina, che ci ha spiegato la situazione facendo un appello: “Non reputo questa Amministrazione come le altre. Si stanno interessando alla nostra causa. Dobbiamo però trovare una soluzione in fretta. I ragazzi sono preoccupati di non poter tornare a giocare. Noi non mandiamo mai via un bambino o un ragazzo. Tutti vengono accolti. Lo facciamo per la loro felicità, per passione. Il rugby è inclusione, ha dei valori”. 

IL PROBLEMA DELL’ARCI – “Abbiamo collaborato con l’Amministrazione che ci ha fatto capire la sua volontà di trovare una soluzione per noi. Loro già avevano messo in programma di fare qualcosa. La sfortuna è stata che all’Arci, il campo C vicino l’Olindo Galli, il quale doveva essere destinato a noi, ha riscontrato alcune problematiche. Si è formato un buco largo 5-6 metri, anche molto profondo, che ha rovinato tutto. Dalle analisi biologiche effettuate, è emerso che una parte di quel campo va delimitata e chiusa. Rimane una piccola parte che perlomeno ci permetterebbe di allenarci. Purtroppo i tempi della burocrazia a volte non combaciano con le esigenze della società. Se non troviamo uno spazio entro settembre siamo costretti a chiudere”. 

ROCCA BRUNA – “Questo impianto ci ha permesso di giocare per tanti anni, nonostante avesse tante problematiche. Ha però bisogno di alcuni lavori di manutenzione importanti. L’impianto è privato, non è comunale, quindi il comune non può intervenire e finanziarci o fare delle migliorie. Per 15 anni il privato che ne detiene la proprietà non ci ha mai chiesto un euro, ci sono sempre venuti incontro. Però ora ci sono delle difficoltà di struttura che sono venute con gli anni e nessuno può caricarsi il costo dei lavori”. 

LA SPERANZA – “L’unica cosa che può fare il Comune è cercare di rimettere a posto quell’area di cui parlavamo. L’area C. Poi avremmo il problema di trovare un campo dove giocare la domenica. Noi facciamo il campionato di Serie C, non siamo riusciti ad ottenere la promozione a causa dello stop dei campionati, ma ci riproveremo se ci verrà data la possibilità”.

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