GUIDONIA – “Cave, un tavolo con le aziende per farsi pagare i debiti pregressi”

Intervista al coordinatore della Lega Alessandro Messa

Quarant’anni compiuti da pochi giorni, professione avvocato, consigliere comunale dal 2011 al 2016, due anni e mezzo all’opposizione e gli ultimi due in maggioranza per il secondo mandato del sindaco Eligio Rubeis bis. Quella del coordinatore cittadino della Lega di Guidonia Alessandro Messa è una lunga militanza politica nei partiti di destra. Iscritto al Fronte della Gioventù a 14 anni, da maggiorenne è stato in Alleanza Nazionale, poi nella Destra di Storace, quindi in Fratelli d’Italia e ora nel partito di Matteo Salvini. La sua parola d’ordine: al voto il più presto possibile.

Dopo un mese di crisi profonda nei 5 Stelle, il sindaco Barbet ha ritrovato una maggioranza. Sarà sufficiente per andare avanti? Dove arriverà e quanto durerà?

Se sia sufficiente per andare avanti non lo so, né quanto durerà. Spero poco, perché la pazienza dei Guidoniani è finita e la Città è più brutta di come Barbet l’ha trovata. Per un mese abbiamo assistito ad un pietoso spettacolo di miserevoli mercanteggiamenti. Prima col PD, sempre sensibile al richiamo delle poltrone facili, poi, siccome la sinistra ne chiedeva troppe, coi dissidenti 5 stelle, che si accontentano di meno. Basta una presidenza del consiglio comunale, e una Terzulli che rientra in maggioranza la trovi sempre… Hanno dimostrato che l’unico collante che li tiene ancora insieme è la paura del voto e il timore di perdere gli stipendiucci. Nessuna visione strategica sullo sviluppo della Città, solo fame di potere fine a sé stesso. Dopo 3 anni di amministrazione Barbet, quello che noi abbiamo sempre sostenuto, si sta verificando: non sanno cosa fare e vivacchiano alla giornata. Paradigmatico è il fatto che da mesi non ci sia un assessore all’Ambiente: ne puoi fare a meno, se non hai una politica ambientale da attuare. E si vede. Ogni giorno che passa, per questa conventicola di incompetenti universali, è un giorno guadagnato. Sulle spalle dei cittadini, però. Il loro agire è parassitario.

A proposito di Ambiente, quale è la posizione della Lega sull’impianto dei rifiuti?

La drammaticità sta nel fatto che non c’è un piano rifiuti e si naviga a vista. La Lega non è contraria al Tmb a prescindere, come certi ambientalisti talebani, che quando amministrano le città poi le lasciano piene di rifiuti. La Lega contesta l’apertura di un impianto che doveva essere messo in funzione 10 anni fa. Oggi, invece, rischia di essere obsoleto. Se venisse ammodernato, secondo le più recenti e sviluppate tecnologie, è una strada percorribile, insieme ad altre, per terminare il ciclo dei rifiuti. Così come non siamo d’accordo ad accogliere i rifiuti romani, che trasformerebbero la struttura in una discarica. Il Tmb di Guidonia deve essere per i Guidoniani e per l’aria nord est della Provincia. Il nostro modello è quello lombardo, senza se e senza ma.

Il tema del momento è quello delle cave. Qual è la vostra posizione?

La grave pecca di questa amministrazione è di non essere stata in grado di anticipare gli eventi, ma di averli portati fino alla fine senza prevedere cosa poteva accadere e senza pianificare una strategia. L’amministrazione è stata costretta a tornare sui suoi passi, ma lo ha fatto troppo tardi. La nuova convenzione va rivista sotto certi aspetti.

Quali?

Ci sono due criticità che questa convenzione non affronta. Il ritombamento è il vero nodo gordiano, che bisogna recidere. Dobbiamo uscire da questa empasse: non si può ritombare con gli stessi materiali estratti dalla cava. Se un’impresa estrae travertino, come riempie la cava? Deve ricomprare il materiale tolto? Dobbiamo cambiare i regolamenti che impongono la visione ingiustificata, obsoleta e impregnata di un odio ideologico inimmaginabile nei confronti di questo comparto, e prevederne di nuovi in conformità di quanto prevede la norma nazionale, ovvero poter ritombare coi materiali reperibili ovunque e dare la possibilità di compiere questa operazione. Dopodiché va aperto un tavolo con i cavatori per capire cosa fare una volta ritombata una cava.

Come risolvere i contenziosi con le cave e i venti milioni di debito?

Quei debiti sono calcolati sulla base di una valutazione del terreno secondo i parametri stabiliti da una delibera di Consiglio comunale a sua volta superata da una delibera di Giunta. I giudizi in corso lasciano aperta non una porta, ma un portone a una rivalutazione in minus, cioè quantità minore rispetto a quei parametri. Non sono più 54 euro al metro quadrato ma 7, per cui si rischia di chiedere agli imprenditori soldi non dovuti e l’Ente è costretto a dichiarare il default.

Cosa deve fare un sindaco?

Mettersi al tavolo con gli imprenditori e trovare un accordo sulla base dei nuovi parametri da stabilire insieme. Ecco perché parlo della politica come volontà e coraggio. Senza coraggio, si finisce in balia degli eventi, pensando di mettere una toppa oggi e una domani, o di procrastinare a data da destinarsi decisioni che dovresti prendere adesso. Così ci si ritrova a dover votare una convenzione subito senza avere i tempi per farlo, cadendo anche in un ricatto occupazionale degli imprenditori: ci siamo ritrovati così perché la politica è mancata.

Non è mancata solo negli ultimi tre anni…

Certo. Non sono innocenti quelli di prima e colpevoli quelli di adesso. È un cambio di mentalità che noi sappiamo di voler interpretare, perché interpretiamo altre esigenze, abbiamo un’altra visione del mondo, crediamo nella semplificazione burocratica e amministrativa: per i grillini, così come per il Pd, semplificazione equivale a corruzione. Lo statalismo forsennato del PD, il talebanismo anticorruzione dei 5Stelle, non consente loro di ragionare in termini di semplificazione burocratica che spesso e volentieri uccide il commercio locale, disincentiva gli investimenti anche del piccolo negoziante che vorrebbe aprire una attività, dell’associazione che vorrebbe fare una festa per ricreare quel sentimento di comunità. Non servono mille vincoli, mille paletti, questa visione deve essere disintegrata.

Siamo alla vigilia di nuove elezioni e quando vi ripresenterete all’elettorato troverete chi vi dirà: “Voi siete quelli dei 40 milioni di debito, quelli del sindaco Rubeis e del vicesindaco Di Palma arrestati”. Come convincerete chi nel 2017 vi ha bocciati?

Questo messaggio è passato per far vincere i grillini a cui oggi la città non crede più perché tutti sanno che i 40 milioni di euro non sono i debiti di Rubeis, ma i debiti che tutte le amministrazioni comunali sono state costrette a fare non perché si siano mangiati i soldi. La città ha compreso che sono debiti utilizzati per costruire opere, alcune scelte sono state sbagliate e altre giuste. Un’amministrazione può indebitarsi se tutto ciò è funzionale per lo sviluppo di una città: il Bilancio in pareggio o in attivo vuol dire che l’amministrazione non ha fatto nulla se non riscuotere le tasse dai cittadini.

Nel 2017 il Centrodestra si presentò diviso: come pensate di ricompattarlo?

Abbiamo gettato le basi per la ricomposizione. Nella coalizione convivono due anime, quella sovranista della Lega e di Fratelli d’Italia e quella “intermittente” di Forza Italia: il progetto è ben avviato e siamo pronti a coinvolgere associazioni e movimenti civici che si riconoscono nella nostra visione del mondo e della città.

Quali sono i punti principali del vostro programma?

Intanto cominciare a far funzionare ciò che non funziona più. Dovrebbe essere lo scopo di ogni nuova amministrazione, ma evidentemente non lo è stato per quella attuale a guida Barbet. Secondo me ci sono quattro obiettivi tangibili sui quali il Centrodestra si deve concentrare: decoro urbano, recupero del dissesto stradale, sicurezza e incentivi al commercio. Si può prevedere un quoziente per chi risiede nella nostra città da più di cinque anni o che gestisce da tempo e con continuità un’attività commerciale. Bisogna arginare il fenomeno dei market e dei bazar etnici che già possono beneficiare di incentivi e sgravi grazie a normative europee e nazionali. Per aiutare il commercio è fondamentale anche un’attenzione al decoro urbano. Il fatto che un cittadino guidoniano preferisca andare a Roma, Tivoli o dentro un centro commerciale a spendere invece che nella sua città è perché non la reputa vivibile. Quando non c’è decoro urbano non si spende per un caffè o per comprare una maglietta sotto casa. Per cambiare le cose non basta da solo il Comune, serve l’aiuto del privato. Se Guidonia ha venti parchi pubblici, non si può pensare che l’Ente da solo possa manutenerli tutti e quindi bisognerebbe coinvolgere i privati nella gestione. Se un privato gestisce un chiosco rientrando delle spese, si attiva una sinergia virtuosa. Questa amministrazione ha invece una mentalità che se un privato guadagna qualcosa, c’è il rischio che ci sia corruzione.

Neanche il Centrodestra di Rubeis è riuscito a farlo…

Anche all’epoca c’era una mentalità da parte dell’amministrazione comunale di mettere paletti al privato che alla fine non ci rientrava nemmeno delle spese. Stesso discorso vale per le rotatorie che vanno affidate con contratti di sponsorizzazione a vivai ed associazioni di Guidonia a cui non si può chiedere invece di pagare la pubblicità.

L’ex assessore al Bilancio del M5S Pagliarulo sostiene che la classe politica e il personale dirigente di Guidonia sono quelli di una città da trenta mila abitanti.

È stato anche abbastanza clemente. Il problema è che il Movimento 5 Stelle non ha una cultura di governo. C’è poi un problema di molti funzionari che appartengono a una vecchia generazione e che è necessario rinnovare anche attraverso nuove assunzioni. Mi riferisco ad esempio al corpo di Polizia Locale. Dobbiamo assumere quaranta funzionari attraverso un bando fatto dal nostro Comune. Anche qui la mentalità dei grillini è quella che ci sia il pericolo della corruzione dietro ai concorsi e quindi si va a pescare nelle graduatorie degli altri Comuni, dove magari peschi sempre tra la vecchia generazione di funzionari. Abbiamo bisogno di una nuova linfa vitale e di personale attaccato alla nostra città, che ci vive e vuole il suo bene. Questo non è solo un lavoro, ma anche una missione. Quando parliamo di sovranismo intendiamo anche questo: una città deve essere in grado di auto determinarsi.

Come sceglierete il sindaco?

Come sempre. Ci saranno delle proposte da parte dei partiti che si metteranno sul tavolo e poi si valuterà quello che troverà maggiori consensi. Il sindaco scelto su quel tavolo deciderà la sua squadra.

Quali requisiti deve avere questa squadra?

Deve essere composta da persone con una mentalità differente da quella della Seconda Repubblica. Non servono per forza dei giovani, ma servono politici che abbiano coraggio e forza di volontà, oltre a un minimo di competenze ed esperienze. La politica è volontà, coraggio e visione. Io credo nella supremazia della politica e non nella politica al servizio dell’economia o dei tecnici.

Se avesse cento milioni di euro come li investirebbe?

Prima di tutto rifarei il manto stradale. La viabilità è fondamentale nel commercio e nelle relazioni umane, nella percezione di una città: basterebbero 10 milioni di euro. Poi investirei sulla sicurezza, telecamere, decoro urbano, parchi, rotatorie, strade pulite. Darei fondi al Nucleo Tutela Ambiente, che svolge un servizio fondamentale.

E le aree industriali?

Lo sviluppo delle aree industriali, così come le concessioni edilizie, sono comparti fondamentali per un Comune di 100 mila abitanti. Sono entrambe ferme perché c’è una ideologia dietro queste scelte: i grillini pensano che una città debba sostenersi solo con le tasse dei cittadini che non hanno più una lira. Questo è impensabile, perché con le tasse forse non copri neanche il servizio che dovresti dare al cittadino. L’amministrazione deve introitare soldi con le concessioni edilizie, con lo sviluppo dei piani industriali, Pip1 e Pip2. Lì serve la figura del sindaco, che si deve fare promotore non solo a tappare le buche. Il sindaco deve essere lo sponsor della sua città, deve cercare imprenditori che vengano a investire. Così c’è un cambio di passo e di mentalità. Non deve stare chiuso negli uffici comunali a fare ordinanze, pensando soltanto a multare chi sgarra col tavolino a un metro di distanza. Non può sopravvivere così una città di 100 mila abitanti, checché ne dica Pagliarulo.

Serve una visione per ricominciare a parlare di termalizzazione e polo universitario attorno all’aeroporto. E’ necessario dotarsi per partecipare ai bandi regionali, nazionali o europei e far arrivare fondi a Guidonia. Un’altra pecca imputabile a questa amministrazione è proprio il non essere stata in grado di partecipare anche al bando più stupido. Grida vendetta il “Bando Sport e Perferiferie” indetto dal Governo Lega e 5 Stelle per cui venivano stanziati 500 mila euro per gli Enti locali richiedenti qualora avessero presentato un progetto di riqualificazione di un’area sportiva con funzione sociale. Questi fondi sono stati erogati decine e decine di Comuni, Guidonia ha perso 500 mila euro che probabilmente con un governo grillino e leghista sarebbero arrivati magari per riqualificare la palestra di piazza Martiri delle Foibe a Villalba. Non si può pensare di riqualificare alcune zone facendo le multe ai cittadini già vessati.

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