Commercio nelle sabbie mobili

Nonostante la fine del lockdown sia già passata da un po’, il commercio si trova nelle sabbie mobili e i consumi sono ai minimi livelli. Il codice rosso lo lancia Confimprese, associazione che racchiude 40mila punti vendita e 600mila addetti.

A certificare lo stallo, gli ultimi dati dell’Osservatorio Confimprese-EY nel periodo gennaio-agosto: un crollo delle vendite pari a -37,3%, con in particolare -37,8% per abbigliamento/accessori, 40,2% per la ristorazione, un -62,1% per tutto il settore travel.

La ripresa annunciata tarda davvero a venire e un’intera filiera rischia il collasso. Il massiccio ricorso allo smart working sta modificando il nostro modo di vita, “generando un mostro che vive di staticità, determina la desertificazione di aeroporti e stazioni e la mancanza di indotto nel commercio, nei bar, nei ristoranti”, sottolinea Confinprese che lancia alcuni punti chiave per andare avanti: ridurre il cuneo fiscale e mobilità per chiusura di singole unità produttive; credito d’imposta per immobili commerciali con gli stessi benefici per tutti gli operatori; ampliare il fondo perduto per la ristorazione a tutte le aziende del comparto food; sostegno al commercio in tutti i canali, non solo nei centri storici.

 

 

 

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