L’economia circolare rende competitivo il mercato

Che l’economia circolare renda competitivo il mercato e sia il nuovo modello di sviluppo cui fare riferimento, è indubbio. E tutti dobbiamo essere interessanti a questo cambiamento, con l’obiettivo di ridurre radicalmente il consumo di materie prime vergini e la produzione di rifiuti. Questo significa pure utilizzare fonti energetiche e materiali rinnovabili, estendere la vita utile di un prodotto, creare piattaforme di condivisione, riuso e rigenerazione, ripensare i prodotti come servizi. Insomma, l’economia circolare non è un “qualcosa” per pochi addetti, ciascuno di noi deve essere coinvolto in questo paradigma, nella vita quotidiana e nella professione (chi ce l’ha). Enel, in collaborazione con ARUP (società internazionale che si occupa di sostenibilità in edilizia) e Intesa Sanpaolo, ha appena pubblicato la ricerca “Città circolari. Città di domani”, dedicata alla circolarità nei contesti urbani in cui si mostra come i paesaggi cittadini di domani possano raggiungere la sostenibilità ambientale, l’inclusione sociale e la competitività economica. L’economia circolare, dice il report, può contribuire alla decarbonizzazione prevista entro il 2050 almeno fino a un valore pari al 45%. Tra le altre pubblicazioni di Enel, anche lo studio “100 Italian Circular Economy Stories”, condotta insieme alla Fondazione Symbola e in cui vengono valorizzate le eccellenze che operano nel settore in Italia. Saperne di più è sempre una buona idea per capire cosa succede attorno a noi.

 

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