GUIDONIA – “Parentopoli” all’Atac, assolto Adalberto Bertucci

La Corte d’Appello di Roma scagiona l’ex Amministratore delegato della municipalizzata romana dei trasporti: in primo grado fu condannato a 3 anni e 7 mesi per abuso d’ufficio. La fattispecie di reato è stata abolita a luglio dal Governo Conte col Decreto Semplificazioni

Fecero assumere 46 persone senza ricavarne un ingiusto vantaggio patrimoniale né arrecando un danno. Per cui il reato non esiste. Così oggi pomeriggio, giovedì primo ottobre, la Terza Sezione Penale della Corte d’Appello di Roma con un colpo di spugna ha cancellato la “Parentopoli” dell’Atac, la grande infornata di dipendenti nella municipalizzata romana dei trasporti avvenuta nel biennio 2008-2009.

Il Collegio presieduto da Claudio Tortora ha scagionato i quattro imputati alla luce delle nuove disposizioni di legge contenute nel Decreto Semplificazioni approvato dal Governo Conte lo scorso luglio che riforma il reato di abuso d’ufficio. Gli assolti sono l’ex amministratore delegato Adalberto Bertucci, difeso dall’avvocato Domenico Mariani, il suo successore Antonio Marzia, difeso dall’avvocato Antonio Panella, il dirigente dei Servizi informatici Luca Masciola, rappresentato dagli avvocati Roberto Rossi De Vita e Valentina Guerrisi, e il funzionario Vincenzo Tosques assistito dall’avvocato Laura Carfagnini.

A dicembre 2016 in primo grado Bertucci era stato condannato a tre anni e sette mesi di reclusione, Marzia a due anni e tre mesi, Masciola a tre anni e un mese, mentre per Tosques la pena prevista era stata di un anno. All’epoca era stato invece assolto l’ex assessore Marco Visconti dall’accusa di aver fatto assumere la moglie Barbara Pesimena.

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IL COMMENTO DI ADALBERTO BERTUCCI

“Dopo 10 anni di sofferenza sono rinato – è il commento a caldo di Adalberto Bertucci, dal 2006 Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma e Provincia – Grazie ai nostri avvocati il giudice non ha potuto far altro che applicare la legge e dire che quello che quanto commesso era nelle nostre possibilità”.

“Ero accusato di abuso d’ufficio – prosegue Bertucci – non di aver rubato: l’assoluzione è una grande soddisfazione e un momento di grande felicità per me, per la mia famiglia, per i miei amici e per chi mi ha voluto bene. A tal proposito mi piace ricordare un episodio avvenuto due anni fa in via del Corso: un bus si fermò, scese l’autista e mi abbracciò. Una testimonianza d’affetto perché da amministratore delegato mangiavo a mensa insieme ai dipendenti, agli autisti e agli operai, non usavo un ascensore privato né giravo con le guardie del corpo perché è notorio che mi piace difendermi da solo”.

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“In questi anni – conclude Bertucci – sono rimasto defilato, ma ora voglio dire ai nostri amici che non sono finito e che sono pronto a nuove e più costruttive battaglie: ho 70 anni e ho anche i soldi, adesso mi diverto e può darsi che mi candidi a sindaco magari con una lista civica. D’altronde dal 2006 mi onoro di essere Presidente dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro di Roma e Provincia con 3 mila iscritti, ogni tre anni mi sono candidato e ho vinto con l’80, 90 per cento delle preferenze nonostante la condanna in primo grado. Ora sono innocente”.

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