Iniziò facendo il “Girino”, così si chiamavano all’epoca quelli che distribuivano i cornetti appena cotti sui banconi dei bar.
Era il 1964 e lui fu il primo nella provincia Nordest a consegnare i cornetti della “Antonelli”. E fu sempre il primo a fondare una catena di bar sul territorio.
Vittorio D’Ascia è stato un self made man, un uomo che si è fatto da solo e con la quinta elementare ha creato un impero caratterizzato da un marchio di fabbrica, quello del “Cavallino Rosso”.
Il barista-imprenditore si è spento ieri pomeriggio mercoledì 30 settembre al policlinico “Agostino Gemelli” di Roma dove era ricoverato per problemi cardiaci e polmonari.
Aveva compiuto 83 anni il 16 febbraio scorso e per 56 ha gestito almeno 15 locali, alcuni dei quali contemporaneamente dando lavoro a decine di baristi.
Vittorio D’Ascia lascia quattro figli, Luciano, Sandro, Gabriella e Marco, nove nipoti e due pronipoti, oltre ad un impero che oggi conta sei bar col marchio “Cavallino Rosso”, tra viale Arnaldi a Tivoli, via Nuova a Montecelio, via Tiburtina al Bivio di Guidonia, piazza della Repubblica a Villalba, via Tiburtina davanti alle Terme di Roma e sempre a Bagni in via Tiburtina 293 angolo via Nicodemi.
I funerali saranno celebrati domani, venerdì 2 ottobre, alle ore 11,30 nella chiesa di Santa Sinforosa a Tivoli Terme dal parroco don Paolo Lombardi.
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