E i ministeri NON pagano…

La CGIA di Mestre segnala che ben 11 ministeri su 12 non rispettano i termini per i pagamenti…

Causa Covid le entrate dello Stato sono ridotte ma per i ministeri rimane in auge una abitudine antica: non pagare i fornitori.

Lo segnala la Cgia di Mestre, secondo la quale, tra i dicasteri con portafoglio, cioè che hanno soldi da spendere, nel secondo trimestre di quest’anno solo quello degli Esteri (-17 giorni) ha pagato in anticipo i propri fornitori rispetto alle scadenze previste dalla legge, ovvero 30 giorni, estendibili a 60 per il comparto sanitario. Gli altri 11, invece, hanno onorato le proprie spettanze in ritardo o non hanno ancora aggiornato i dati.

Dove si sono verificate le situazioni più critiche ? Il dicastero dei Beni Culturali, ad esempio, tra aprile e giugno di quest’anno ha saldato i propri fornitori con un ritardo medio di 30 giorni, le Infrastrutture dopo 49 giorni, l’Ambiente dopo 53, le Politiche Agricole dopo 61 e l’Interno, a cui spetta la maglia “nera”, dopo 62. Altri, invece, come i ministeri dell’Istruzione/Università, della Salute e della Giustizia sono in ritardo: gli ultimi due, addirittura, non hanno nemmeno pubblicato il dato riferito al primo trimestre, sempre di quest’anno. L’Ufficio Studi della Cgia, Associazione Artigiani e Piccole Imprese, ricorda che i ministeri sono obbligati per legge, come del resto tutti gli altri enti pubblici, a inserire trimestralmente nel loro sito anche l’ “Indicatore di Tempestività dei Pagamenti” (ITP). Lo sforamento dei pagamenti colpisce in modo negativo e spesso drammatico soprattutto le piccole medie imprese.

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