Tivoli. L’inferno dura quindici minuti

Quindici minuti non finiscono mai soprattutto quando i bombardieri alleati, B25 e B26, alimentano una violenta pioggia di bombe sulla città di Tivoli per “intercettare” la ritirata dei tedeschi costretti a risalire fino alla Linea Gotica (Emilia Romagna). Siamo nel 1944 quando i tiburtini sono costretti a rifugiarsi all’interno di ogni riparo utile, per fuggire all’orrore scatenato dalla guerra. Purtroppo, molti di loro non riusciranno a sfuggire alle bombe ed i superstiti si troveranno circondati da un cumulo di macerie. La risalita sarà lenta e faticosa. Niente sarà come prima. Tivoli non sarà più come prima, perché le bombe degli Alleati non hanno risparmiato le chiese di San Sinforosa, San Filippo e San Giorgio. La guerra si chiude con l’armistizio, ma in realtà non finisce mai. I danni al patrimonio sono notevoli e nonostante ciò gli americani replicano l’attacco a distanza di pochi giorni. Quei quindici minuti di inferno hanno cambiato la storia della città distruggendo vite, sogni e speranze. “Ci sono cose da non fare mai di giorno, di notte, per mare e per terra: per esempio la guerra”. Ha scritto Gianni Rodari.

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Fernando Giacomo Isabella

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