Le nostre aree protette Perché sono importanti

C’è chi pensa che qualche “pezzo” di verde in più non sia economicamente rilevante e come si sbaglia, visto che a qui a nord-est abbiamo veri gioielli naturalistici in grado di richiamare pure risorse economiche

Le nostre aree protette, qui a Nord-Est, mostrano paesaggi belli da togliere il fiato. Peccato che tanti di noi non se ne accorgono, di questo incanto sotto il naso. Nonostante ad esempio il forte sospetto che il Covid ci tenga ancora in ostaggio perché il passaggio tra animali diversi sia legato alle crisi climatiche e a un pianeta violentato e offeso, più volte da noi umani, c’è ancora chi dice che il verde non serve a nulla, non permette di guadagnare, meglio costruire case. Sbagliato. I boschi che fortunatamente ancora abbiamo elargiscono gratuitamente a tutti noi i servizi ecosistemici. Ovvero garantiscono la biodiversità, migliorano la qualità dell’acqua e dell’aria, permettono la tenuta del suolo, sono naturalmente anti-disturbo rispetto ai rumori dovuti a strade e autostrade. Insomma il verde si impegna a rendere alla propria comunità una serie di servizi che non rappresentano un indotto commerciale, ma fanno bene, perché creano benessere psico-fisico. Questo ce lo ha detto il biologo Vincenzo Buonfiglio, referente della Riserva naturale della Macchia di Gattaceca e Macchia del Barco, tra Mentana, Monterotondo, Sant’Angelo Romano. Solo uno degli altri gioielli verdi che rappresentano quanto resta del bosco e del paesaggio originale prima che l’uomo intervenisse pesantemente a distruggere quella bellezza. Ma qualcosa appunto rimane e ce la dobbiamo tenere stretta. Sono di competenza della città metropolitana anche la riserva Nomentum, tra Mentana e Fonte Nuova, e quella di Monte Catillo, a Tivoli. Di competenza regionale invece il Parco dell’Inviolata che, grazie a una proposta del presidente dell’VIII Commissione Agricoltura e Ambiente del Consiglio Regionale del Lazio, Valerio Novelli, dovrebbe allargare la sua perimetrazione di 1800 ettari, inglobando anche il Fosso del Lupo, un bosco che è un importante corridoio biologico.

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