“Piedone” tiburtino

Quando la Pista d’Oro nasce dalla trasformazione di un precedente tracciato inaugurato quattro anni prima sulla via Tiburtina (Km 19), siamo nel 1963, Mario Andretti figlio di esuli istriani è un giovane di grande talento impegnato con successo nelle gare americane con le “sprint cars” organizzate dall’USAC. La carriera del futuro campione del mondo di Formula Uno del 1978 (tutti lo chiamano “Piedone” per il piede destro sempre sull’acceleratore) a bordo della leggendaria Lotus ideata dal geniale progettista britannico Colin Chapman, deve ancora decollare. Il brillante viaggio del campione, ha vinto anche la 500 miglia di Indianapolis e il titolo Indycar, passa anche dal nord est. L’ex ferrarista, ha corso con i colori di Maranello l’ultima volta a Monza nel 1982 per sostituire lo sfortunato Didier Pironi vittima di un drammatico incidente avvenuto dopo la tragedia di Zolder che ha portato via il suo leggendario compagno di team Gilles Villeneuve, è capostipite di una vera e propria dinastia di piloti. Il figlio Michael è stato un campione CART (mentre la sua unica stagione in F1 – 1993 in McLaren – è stata molto negativa) così come sono stati o sono tuttora piloti professionisti l’altro figlio Jeff, il nipote John (figlio del fratello) e il figlio di Michael, Marco, che nell’inverno 2006 ha svolto dei test di Formula 1 con una Honda.

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