Il Covid dimezza la festa di Sant’Antonio

Per il 2021 cancellate la torciata, la cavalcata, la benedizione degli animali, i fuochi d'artificio, le luminarie e gli addobbi

La festa

I tradizionali festeggiamenti per Sant’Antonio Abate nel 2021 sarebbero caduti in una data propizia, perchè il 17 gennaio, giorno dedicato all’eremita egiziano nel calendario cristiano, è proprio una domenica, ma a causa del Covid e per l’impossibilità di creare assembramenti, i festeggiamenti si svolgeranno in forma dimezzata.

Da mercoledì 13 a venerdì 15 si solverà il Triduo, ma sabato 16 ci sarà solo la funizione religiosa al Vespro, cui potranno partecipare al massimo 92 persone, e la statuetta del Santo rimarrà in chiesa, senza tornare a casa del Signore della Festa del 2020; si organizzerà però una veglia di preghiera con gruppi e associazioni di fedeli. La domenica successiva non si celebrerà la messa delle 6:00 a Tor Mancina, non si faranno le visite nè in ospedale, nè nelle case di cura, ma si celebrerà  solo la messa delle 10:30, senza la benedizione degli animali sul sagrato del Duomo. Alle 17.00 c’è di nuovo la messa tradizionale, ma senza la consegna della statuetta al Signore della Festa: questa tornerà alla Pia Unione che la lascerà in chiesa per una settimana, in esposizione. Domenica 24 gennaio questa tornerà al Signore della Festa del 2020, Mauro Esposito, che da marzo in poi, per ovvii motivi, non ha potuto celebrare il rosario.

“Già da luglio abbiamo fatto la prima riunione per decidere come organizzarci per il 2021”, racconta Umberto Silvestri, Presidente della Pia Unione, “perchè da Statuto ad ottobre solitamente si parte con la questua, dopo aver preparato un lunario e dopo aver ricevuto il sonetto dal Signore, per allegarlo al calendario. Durante la riunione abbiamo elaborato due piani, un Sant’Antonio tradizionale e uno con il Covid. Presto è stato chiaro che avremmo dovuto applicare il Piano B, però l’unico precedente cui fare riferimento erano gli anni della Grande Guerra”.

Nell’albo d’oro, dove sono riportati i nomi dei confratelli che hanno retto la statua del Santo dal 1890 ad oggi, si evince che nel 1940 e tra il 1944-45 è stata la Pia Unione a tenere il santo, ovvero con buona probabilità il Presidente o uno dei membri delegati. “Negli anni ’60 c’erano poche domande di candidatura per diventare Signore della Festa”, ricorda Silvestri, “addirittura nel 1967 non ci furono rischieste, allora si estrasse a sorte il nome tra coloro che avevano già ricoperto questo ruolo, e capitò Lorenzo Sciacquatori, che venne comunque suppotato nelle spese dalla Pia Unione. Quest’anno dovevamo capire se rifarci al tempo della guerra e portarlo alla Pia Unione, oppure lasciarlo in chiesa. Abbiamo scelto di lasciarlo al Signore attuale, che di fatto non ha potuto celebrare l’anno in modo canonico. Se finirà la pandemia, si ricomincerà a celebrare il rosario in primavera, altimenti Esposito si è impegnato a portare la statua al Duomo una volta a settimana per far dire il rosario lì”. Il Signore della Festa nel 2021, che sarebbe stato il 42enne Alfredo Federici, figlio di Adriano, rimarrà in uno stato di “congelamento” per questa circostanza così particolare.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA – Case popolari, ecco la nuova graduatoria per l’assegnazione

“Mi ritengo particolarmente soddisfatto”, afferma Silvestri, che ricorda di aver partecipato alla prima torciata a 16 anni, “di come noi confratelli siamo arrivati alle decisioni difficili che dovevamo prendere in questo anno così anomalo, anche partendo da posizioni molto distanti, ma con democrazia e rispetto delle regole cristiane abbiamo preso decisoni unanimi”.

Il Lunario eretino del 2020 è caratterizzato quest’anno da due immagini che si trovano nel Duomo di Monterotondo. “L’ispirazione”, spiega Silvestri, “è venuta dall’esempio di Papa Francesco, che quest’anno si è recato a piedi, come fosse in pellegrinaggio, nella Basilica di Santa Maria Maggiore e a San Marcello al Corso per pregare di fronte a due immagini miracolose; allo stesso modo, noi ci siamo rifatti alle icone di S. Antonio Abate e San Rocco, evocati nei secoli per sconfiggere le epidemie. Del primo nel Duomo esiste una statua e del secondo un dipinto; entrambe sono riportate nel Lunario, mettendo nello sfondo l’immagine del mondo, per estendere all’intera umanità l’intercessione dei due Santi, come suggeritoci dalla Presidente di ICM, Antonella Avagnano”. La realizzazione pratica del Lunario è curata da Sandro Massimi, che ha lavorato alla sua grafica presso la Tipografia Balzanelli per almeno da 30 anni e nel 2019 è diventato confratello onorario.

LEGGI ANCHE  GUIDONIA - “Note di Moda”, le liceali 18enni sfilano in Auditorium

Non potendo realizzare la questua porta a porta, la Pia Unione ha deciso quest’anno di realizzare venti espositori dove si possono lasciare le offerte e prendere il Lunario, poi ha chiesto ai suoi partner commerciali storici di ospitarli; il primo esercente ad aver accettato è Centro casa di Antonio Petrucci, che è in Via Adige. “Abbiamo trovato risconotro anche nelle zone lontane”, rivela Silvestri, “anche nella zona industriale, in via Salaria e in Via Montegrappa, a dimostrazione che esiste un senso di appartenenza alla comunità anche allo Scalo. Se poi qualcuno fosse impossibilitato a donare, possiamo portare il Lunario a casa”. Il ricavato delle offerte verrà devoluto quest’anno alle famiglie colpite dall’emergenza Covid, che hanno già beneficiato della spesa solidale, cui la Pia Unione ha contribuito con buoni spesa da 20 euro consegnati ai parroci di Monterotondo.

“Coloro che a causa della pandemia non saranno coinvolti nell’iniziativa, quest’anno”, continua Silvestri, “come l’Isitituto zootecnico di Tor Mancina, ora CREA, e il 4° Reggimento a Cavallo dei Carabinieri , ci hanno dato la loro disponibilità anche fino all’ultimo momento, nel caso in cui fossero cambiati i paramentri, perchè questo evento ormai lo sentono come loro”.

Silvestri si commuove leggendo la lettera aperta ai cittadini allegata al Lunario, che recita: “… abbiamo la possibilità di fare di necessità, virtù, mettere alla prova la nostra fede, dimostrare anche a noi stessi che siamo in grado di aspettare, di sopportare, stringendoci l’uno all’altro, stando attenti a chi rimane indietro”.

Il Programma

 

Condividi l'articolo:

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.