Reddito cittadinanza

In crescita reddito e pensione di cittadinanza per quasi 3 milioni di persone

L’Inps fornisce i dati (in crescita) su chi percepisce reddito e pensione di cittadinanza percepiti da 2,9 milioni persone

Per l’Osservatorio Reddito e Pensione di Cittadinanza dell’Inps, a dicembre il numero di persone che percepisce tali sussidi è in crescita del 3,3%, rispetto al mese precedente. In questo mese sono stati registrati  1,25 milioni di nuclei familiari beneficiari, con 2,9 milioni di persone coinvolte e un importo medio di 528 euro.

La regione con il maggior numero di beneficiari è la Campania (21% delle prestazioni erogate), seguita dalla Sicilia (18%), dal Lazio (10%), dalla Lombardia e dalla Puglia (9%).

Quali sono le caratteristiche dei beneficiari? Per l’Inps il 34% dei nuclei famigliari ha almeno un minore a carico, e qui l’importo medio mensile è 647 euro. Per le famiglie (il 17%) in cui è presente almeno un disabile, la cifra media è di 518 euro. Solo il 15% dei nuclei percepisce un importo medio superiore a 800 euro mensili.

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Per quanto riguarda il reddito di emergenza, sempre nel mese di dicembre 2020, le famiglie che hanno avuto almeno una mensilità della prestazione in base al Decreto Rilancio, che prevede erogazioni per due mesi, risultano pari a 292mila, con 702mila persone coinvolte e un importo medio mensile di 559 euro. Con il Decreto Agosto, invece, ad avere avuto il reddito previsto, che da una sola mensilità (di 550 euro in media) è diventato di tre grazie al Decreto Ristori, sono state in 245mila, relative a 581mila persone.

Ovviamente, queste misure, se pur importanti per chi si ritrova ad avere un reddito pari a zero, non bastano. Servono interventi strutturali indirizzati a tutti i lavoratori più fragili. A partire ad esempio, quando ritorneranno in auge gli stipendi che sono abbastanza scomparsi per via del Covid (o con la scusa del Covid), il salario minimo, visto che sono circa 3 milioni i lavoratori a percepire meno di 9 euro all’ora. Questo è stato pure sottolineato dal ministro del lavoro Nunzia Catalfo, riflettendo sul fatto che oltre 350mila percettori di reddito di cittadinanza lavorano ma con compensi di una tale inadeguatezza da fare ricorso in pieno diritto all’integrazione.

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