I Nazisti nel nord est

“Colpire il punto più debole” significa attaccare l’Italia. Inizia così l’Operazione Husky che coinvolge anche il nord est per, poi, concentrare tutti gli sforzi verso la Germania nazista.    

“Colpire il punto più debole”. E’ questa la frase che risuona nella stanza del Generale Dwight Eisenhower, Comandante in capo della Forze Alleate impegnate a liberare l’Europa dall’occupazione nazista. “Colpire il punto più debole”, significa attaccare l’Italia. Comincia così l’Operazione Husky, che inizia da sud a nord trasformando il nostro Paese in un drammatico teatro di guerra, con interminabili e violenti scontri. Dopo una serie di vertici il piano definitivo per Husky è in sostanza quello continuamente indicato dai britannici ed ha il target di aprire un fronte nell’Europa continentale, occupare e piegare l’Italia e, infine, concentrare tutti gli sforzi verso la Germania nazista. Ovviamente, anche nel nord est gli eserciti si scontrano. A Tivoli i tedeschi distruggono il Ponte Gregoriano, a Subiaco e non solo truppe angloamericane cercano nazisti in fuga, Vicovaro è teatro della terribile strage di Pratarelle, con l’uccisione di ventisei cittadini. Ventisei persone innocenti e senz’armi, alla ricerca solamente di un posto dove poter fuggire dagli orrori di una guerra senza fine. Anche l’antica Tibur è luogo di tragedia per via del violento bombardamento degli Alleati, assoluti padroni dello spazio aereo. Nel nord est, il secondo conflitto mondiale lascerà profonde ferite ricordate nei decenni successivi, per non dimenticare una delle pagine più drammatiche del secolo più violento della storia.

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