250 milioni persi per pizzeria

Pizzerie al taglio: persi 250 milioni di euro

In grave affanno il settore delle pizzerie al taglio ma pure di pasticcerie e laboratori di pasta fresca: secondo Confartigianato di Roma Capitale Città Metropolitana i guadagni si sono ridotti di oltre un terzo

Almeno 250 milioni di euro in meno di guadagni per le pizzerie al taglio ma anche per pasticcerie, rosticcerie, laboratori di pasta fresca, gelaterie. La perdita è di quelle che fanno tremare i polsi, come si diceva un tempo, ma purtroppo non è una novità in questi tempi da covid, dove ogni giorno entra alla ribalta una categoria professionale la cui situazione è particolarmente disastrata. E stavolta tocca appunto a questo mondo e a lanciare l’ennesimo allarme è la Confartigianato di Roma Capitale Città metropolitana (cioè l’associazione che riunisce piccole imprese e artigiani), che secondo una sua recente richiesta evidenzia un rischio abbastanza imminente: almeno il 20% di pizzerie e company in tutto il Lazio non riaprirà più i battenti alla fine dell’emergenza (ma quando?), con circa 1200 laboratori destinati al ko totale, anche perché alcune di queste attività non sono comprese nelle misure di sostegno studiate dal governo. Fuori sono ad esempio laboratori di pasta fresca. Da ricordare, inoltre, che per tutta questa parte di ristorazione che ha il buco nero di 250 milioni (al momento), la cassa integrazione ha riguardato il 30% delle aziende, con il coinvolgimento di oltre 3mila persone. Secondo i calcoli della Confartigianato, poi, il fatto che nel Lazio tinto di arancione per via dei limiti dell’emergenza sanitaria, le pizzerie non possano più effettuare l’asporto dopo le 18, crea ulteriori disagi, con una stima di altri 30 milioni di euro di crollo al mese. Non è finita qui. Altro problema, tra i problemi, è la crisi politica del governo che non sembra possa conoscere fine al momento con il conseguente rallentamento delle diverse attività, come, prima di tutto, il via libera ai provvedimenti del Decreto Ristori (almeno per chi li potrebbe prendere), che si delinea sempre più lontano. Così come perde sempre più terreno l’idea di parlare di progetti ad hoc per la piccola imprenditoria all’interno del Recovery Plan, la Next Generation Eu, improponibile se i politici sono impegnatissimi, come in queste ore, a tenersi stretta la poltrona, magari cambiando posizione qua e là nelle aule del Parlamento.

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